giovedì 9 maggio 2013

La prima recensione....
UNA PRINCIPESSA IN FUGA di Elizabeth Von Arnim
Essere una principessa non è necessariamente una fortuna. La bella Priscilla, figlia del Granduca di Lothen-Kunitz, è davvero stufa del suo rango. E' stufa dei protocolli di corte, della dama di compagnia sempre alle calcagna, degli obblighi di corte che le danno l'impressione di vivere una vita in gabbia senza mai poter essere protagonista della sua vita. In segreto sogna di fuggire per correre incontro alla libertà.
Quando suo padre la promette in moglie ad un cugino, la ragazza comprende che è giunto il momento di agire e trasformare il sogno in realtà. Priscilla non è sola nella realizzazione del suo folle piano. Il Signor Fritzing, bibliotecario di corte nonché suo precettore, accoglie le sue confidenze e le inculca meravigliose visioni di una vita libera da tutte le incombenze, verso le vette della cultura.
A loro si unisce la cameriera Annalise, che riceve l'ordine di accompagnare la principessa, ignara però, dei suoi reali propositi.
In teoria il piano sembra facile da concretizzare, ma in pratica nulla andrà come previsto.
Fingersi una giovane di umili origini non è tanto facile per una nobile sempre vissuta nella bambagia, abituata ad impartire ordini, allenata a parlare, atteggiarsi come una persona di alto rango. E non è meno facile mentire per chi non lo ha mai fatto, o cercare di comportarsi come uno zio vero senza riverire in pubblico la propria nipote ed evitare appellativi che potrebbero risultare sospettosi.
Leggere questa storia si traduce in un grandissimo divertimento per il lettore. Dal momento della partenza in poi si sviluppa un'escalation di gaffe e situazioni equivoche davvero esilaranti. Con una verve ironica, travolgente al pari di un ciclone, Elizabeth Von Arnim delinea in maniera arguta le tappe di una vera e propria "Mission Impossible". L'obiettivo di una vita semplice diviene un traguardo difficilissimo da raggiungere per la protagonista, giacché nell'attimo in cui sembra farsi più vicino, con un inatteso colpo di coda, si allontana.
Priscilla è un personaggio che colpisce per la sua smisurata ingenuità. Da un certo punto di vista è come una bambina vissuta nella totale ignoranza di quel che può riservare il mondo fuori con i suoi pericoli e le sue insidie. Fritzing dovrebbe controbilanciare questa sua debolezza essendo un uomo anziano che sicuramente ha tanta esperienza, eppure finisce per farle da spalla divenendo la seconda metà di una stessa mela. Pecca anche egli d'ingenuità nel non costruire con perizia il castello di bugie per proteggerli. Il suo personaggio amabile e tenero. Procedendo nella lettura ci si rende conto che la sua goffaggine è dovuta al troppo amore che prova per la sua protetta come un padre premuroso.
Va comunque sottolineato che le note caratteriali di entrambi, come quelle degli altri attori della storia, vengono volutamente esagerate dall'autrice che sembra divertirsi nel tratteggiare un ritratto caricaturale tanto dei suoi personaggi che della società che li circonda, con il duplice obiettivo: di provocare il riso e presentare un approccio critico al reale.
Prima d'ora non avevo mai letto niente di questa autrice, che si è rivelata, per me, una bellissima scoperta. Mi sono letteralmente innamorata dalla sua comicità spumeggiante e, nello stesso tempo, sono rimasta stupita dalla modernità del suo stile narrativo, sorprendente se si pensa che parliamo di una scrittrice dei primi del '900. Leggere questo romanzo è stato un autentico spasso e mi ha trasmesso anche un senso di ottimismo perché se è vero che la povera Priscilla attraversa dei momenti difficili e, ad un certo punto, la sua avventura rischia di finire in tragedia, non manca un simpatico lieto fine a ricordarci che "l'ora più buia è pur sempre quella che precede l'alba".

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