Sono riuscita ad avere questo
testo per vie traverse, tanto che dovrò ringraziare la persona che me lo ha
passato chiedendomi di recensirlo.
Era da un po’ che il testo mi
faceva l’occhiolino da sopra la mia scrivania, tant’è che ieri sera alla fine
non ce l’ho più fatta e l’ho preso nelle mie mani. Be’… non ho più smesso di
leggerlo fino a finirlo.
Questo libro è un po’ un pugno
sul cuore, molto forte. E’ una mano che lo stringe nel tentativo di fermarne i
suoi battiti. E’ una stanza senza finestre a cui poco a poco viene tolto l’ossigeno
e tu soffochi in essa fino a quando, quel qualcuno, si deciderà a ridartelo.
Mai titolo può presentarsi più
appropriato di “Eutanasia d’amore”.
Può la voglia di amare e di
essere amati sconvolgere tanto la nostra esistenza tanto da farci vivere una
vita parallela? Può inventarsi per noi storie, voci, suoni, persone e persino
sentimenti d’amore e di autodistruzione? Può l’amore volere la tua distruzione
come scopo ultimo?
Questo libro ce lo racconta in
modo crudo e diretto, dicendocelo e poi smentendosi subito dopo, e smentendosi
ancora, di nuovo.
Davide protagonista assoluto del
libro. Un demone fatto ragazzo. Bello e dannato.
Talmente al di fuori dai normali
canoni di bellezza da non passare inosservato, ma lui rifugge da tutto e tutti.
L’unico sentimento a cui non
vuole fuggire è quello dell’amore tra lui e suo padre. Troppo breve, troppo
intenso, tanto da sfuggirne la perdita.
Lo troviamo in un ospedale in
ripresa da un incidente stradale, suo padre è morto da tempo, sua madre si è
già rifatta una vita. E ora lui ha anche la faccia di quel demone.
Quindi, è sfregiato nel corpo e
nell’anima.
Non riesce ad accettare quello
che gli è successo e cerca di prendere a pugni la vita.
Nella sua degenza, dopo il
risveglio dal coma, trova ad attenderlo una masnada di persone con cui lui non
vuole avere niente a che fare.
Mostra il lato oscuro del cuore
perché è l’unico modo per non morire di dolore.
E poi c’è Andrea.
Non sa chi sia, ma sa che lui non
lo ha abbandonato, che lo veglia da quando è lì. Dapprima pensa sia la sua
coscienza, poi forse il fantasma del padre. Ma poi Andrea si rivela per quello
che è: AMORE INCONDIZIONATO. E Davide, che di quel tipo di AMORE ne ha bisogno
come aria, si appresta a viverlo appieno con il tutto il cuore. Stavolta quello tenero,
quello fragile.
Tra la storia dei due si
inserisce lo psicologo dell’ospedale, il giovane Marco, che tenta in tutti i
modi di riportare Davide nella sua vita “normale”. Seduta dopo seduta Davide si
aprirà con Marco e la storia proseguirà come un incontro a tre.
Ad un certo punto, nel momento
del massimo rilassamento, quando ormai ha lasciato andare il cuore, Andrea
sparisce dalla sua vita, dopo avergli piantato un chiodo nell’anima. E Davide
reagisce in maniera arbitraria creandosi un secondo se stesso, Alexander.
Alexander è un ragazzo che vorrebbe essere forte e prendere senza dare, ma è
una macchietta d ‘uomo. Saranno gli altri a prendere e lui a dare tutto. Questo
lo rende rabbioso e insicuro, sempre più propenso ad autodistruggersi.
Si circonda di persone che sembra
vogliano salvarlo, ma che alla fine da lui non vogliono altro che il corpo, ma
dopo averlo avuto sembrano perdere l’anima e restare dannati per sempre.
Tra una vita non vita e tra i tanti
eccessi di alcool e psico-farmaci, Davide deciderà che per dimenticare la farsa
dell’amore di Andrea, che ancora lo tormenta, l’unico modo è quello di
ottenebrare i pensieri, recidere i sentimenti.
A detta dell’autore possiamo
crearci un lieto fine. Sta a noi pensarlo e crearlo, come Davide ha creato la
sua seconda vita. Lui ci da uno spunto, a noi quindi il motivo per farlo
proseguire nella storia.
Lieve e pesante allo stesso
tempo. E’ un libro sentito e scritto col CUORE. Quello vero e pieno di
sentimento che sa anche sopperire alla mancanza di AMORE, ma che soprattutto è
capace di darne! Bravo Fabio.
Voto: 8
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