giovedì 11 giugno 2015

RECENSIONE - Hunger Games. La ragazza di fuoco di Suzanne Collins



“La Ragazza di Fuoco” riprende dove il filo narrativo del primo volume Hunger Games. Peeta e Katniss sono tornati a casa dove li dovrebbe aspettare una vita finalmente tranquilla, da vincitori degli Hunger Games. Ma Capitol City e il suo presidente Snow, si sono veramente infuriati per il modo in cui Katniss ha forzato loro la mano. Durante quello che dovrebbe essere il Tour della Vittoria, Katniss deve dimostrare che tutta la storia dei due innamorati è vera, e dovrà essere molto convincente. Il presidente Snow  le fa sapere che  tiene la sua famiglia e Gale sotto costante minaccia. Lei deve diventare veramente l’innamorata di Peeta, e deve far sembrare che quello è accaduto nell’arena è stato per amore di Peeta! Quindi Katniss si ritrova di nuovo nell’angoscia di dover salvare la sua famiglia, in un modo o in un altro per lei gli Hunger Games non avranno mai fine. I suoi comportamenti, quelli avuti nell’arena con Rue e con Peeta, hanno destabilizzato Panem e alcuni dei distretti stanno iniziando a ribellarsi al controllo di Capitol City, quindi, secondo a come andrà il Tour della Vittoria, il presidente Snow l’avrà nelle sue mani. Ciò che attende Katniss e Peeta, all’insaputa di quest’ultimo, è ancora più spaventoso dei giochi stessi. Nuove sfide che nessuno vorrebbe accettare, minacce che mettono in pericolo qualsiasi forma di sicurezza i due abbiano mai avuto, un popolo che guarda a loro come due possibili leader contro il sistema, un primo vagito di rivoluzione che infiamma gli animi della gente allo stremo, una guerra all’orizzonte che non fa altro che riaprire per i nostri eroi le porte dell’Arena, in quella che dovrebbe essere l’edizione della Memoria che si tiene ogni venticinque anni, sotto lo scrupoloso controllo del presidente Snow, che vuole Katniss, la Ghiandaia Imitatrice, fuori dai giochi a tutti i costi. Per quanto asciutta e sferzante, la narrazione della Collins riesce a penetrarti dentro, regalando un crescendo di emozioni. La trama si arricchisce e si complica, i personaggi crescono nell’arco del racconto. Cresce Katniss, l’eroina che a stento si capacita delle responsabilità che ha acquisito con il gesto compiuto involontariamente; cresce Peeta, il ragazzo con un cuore grande, che farebbe di tutto per salvare katniss, anche se sa che il sentimento che lei prova per lui non è vero, ma solo una finzione. Questo cambiamento si nota fin dalle prime pagine. Gli Hunger Games hanno fatto cambiare molto Katniss. Se all’inizio è solo una ragazza spaventata che reagisce per sopravvivere, nel corso del libro diventa una combattente che decide di sacrificarsi per la causa. La trasformazione di Peeta è invece più disarmante. La sua determinazione a salvare Katniss, la sua devozione per lei e il destino a lui avverso, sono le cose che colpiscono di più. Per quanto Gale sia bello e combattivo e Finnick affascinante, è Peeta il vero uomo di questa serie. Un eroe senza gloria, ma con molto onore. Anche i co-protagonisti,  in questo libro, molto più che nel precedente, fanno sentire le loro voci e ci mostrano le loro emozioni. Uno fra tutti è Haymitch, uno dei personaggi che ho amato di più. Si capisce il perché del suo obnubilarsi la coscienza con il bere, fino allo sfinirsi. Lui è uno dei personaggi più complessi della storia, che nel primo libro è stato un po’ un’ombra, ma che in questo romanzo si mostra completamente. Ci fa capire quali sono i fantasmi che tormentano la sua anima, il modo in cui si deprime per i suoi sensi di colpa, rendendolo più umano agli occhi dei lettori. Molto vive e concrete sono le descrizioni che la Collins fa del suo stile di vita nel degrado più completo e ci fa capire il suo comportamento quando si scopre l’uomo dietro la facciata. Un altro dei co-protagonisti molto forte per presenza e carattere è Finnick Odair, che oltre ad essere bellissimo e sfacciato, colpirà i lettori con le sue confessioni e con dei segreti che sconvolgeranno. Sebbene alcune scelte della Collins possano sembrare prevedibili, non sono forzate o scontate. Sono perfette. Tutto va nell’unico verso possibile. Tutti gli ingranaggi girano per il giusto verso, per consentire il crescendo della storia e la sua esplosione. Non sono i colpi di scena a rendere il libro bello, bensì quello che causano: la crescita dei personaggi, l’evoluzione della ribellione, le svolte psicologiche di ogni scelta che i personaggi compiono, sia essi primari o secondari, e le ripercussioni che hanno sulla trama. “La Ragazza di Fuoco” non è più il romanzo di Katniss, bensì la cronaca di tutto ciò che succede intorno a lei e alle cause che le sue azioni portano. La Collins ha uno stile scorrevole, anche se in questo secondo libro la prima parte è decisamente più noiosa, con meno patos del libro precedente. Il personaggio di Katniss diventa sempre più complicato e difficile da comprendere. Il suo carattere è pieno di sfaccettature, che spesso vengono fuori in modo quasi crudo e freddo, quasi  fosse un’egoista. Delle volte sembra pensare solo a se stessa e delle volte troppo agli altri. Ma katniss è Katniss, nel bene e nel male. Voto: 7

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