Libro d’esordio per questo autore.. ma forse no … quello che
si dice è che Federico Inverni sia uno pseudonimo, quindi se sia il suo primo
libro o meno non è dato sapere. Quello che so è che scrive bene ed è capace di
tenerti incollata alle pagine del suo libro fino a finirlo. Devi leggerlo, devi
continuare a farlo, per arrivare a scoprire come andrà a finire. Lucas è uno
dei protagonisti della nostra storia. Lo troviamo confuso, incredibilmente
assente; non riesce a ricordare nemmeno chi sia. Riesce a comprenderlo solo
dopo aver letto un appunto su di un block notes appoggiato sul comodino. Quello
che ci risulta più strano è che quest’uomo è un detective, un poliziotto. Può
un uomo che non è presente nemmeno a se stesso svolgere correttamente il suo
lavoro? Probabilmente sì. E’ freddo, è logico e non prova emozioni. E’ dotato
di fiuto investigativo ed analizza ogni
cosa dal suo punto di vista: con freddezza, senza alcuna emozione e quindi con
logica. Per tanti suoi colleghi è soltanto un nome, una leggenda. A qualcuno spaventa
come fosse un fantasma, un morto, e forse è proprio morto per davvero. Almeno
per lui. Dopo la prima immagine poco edificante in cui ci viene presentato, troviamo
Lucas alle prese con un cecchino barricato all’interno di un palazzo. Ha ucciso
e ferito delle persone in strada. Un autobus pieno di persone è rovesciato su
un fianco nel mezzo della via, per fuggire l’autista ha travolto un suv.
Nessuno può uscirne, nessuno si può avvicinare. Il cecchino vuole Lucas.
Dall’altra parte della città viene ritrovato il cadavere di una ragazza. E’ il
quarto in due mesi. Anna, profiler della polizia non sa più cosa cercare, dove
indagare. E’ un serial killer quello che sta cercando, che uccide donne
giovani, soprattutto studentesse, lasciando nella loro bocca un bocciolo di
tulipano. Anna e Lucas non lo sanno, ma si troveranno ad affrontare due storie
che per qualche motivo sono unite tra di loro. Anna per affrontare la sua di
storia, chiede l’aiuto di Lucas, vista la sua fama. I due non lo sanno, ma questa
indagine comporterà per i protagonisti, un ritorno al passato. Ognuno dovrà
ricordare quello che vogliono dimenticare. I loro drammi passati, le loro
traumatizzanti esperienze, nascoste nel loro inconscio, usciranno allo
scoperto, portando i due, in modi diversi ad affrontarli di nuovo. Lucas dovrà
lottare per non sprofondare nella pazzia, Anna nella rabbia. Ma il killer non
aspetta. Il male, è capace di nascondersi, ma anche di spuntare fuori
all’improvviso, con i suoi artigli, e aggrapparsi alla preda senza volerla
lasciare. Ma ci mostra facce diverse, convincendoci che non era dove pensavamo
fosse, ma in tutt’altra parte. Pensiamo che i carnefici, i colpevoli e i loro cacciatori siano i protagonisti di questa
storia, ma non è così. La protagonista è la mente umana, quella distorta e
confusa, quella arrabbiata e delusa, quella folle. Di chi sia cosa importa? Un romanzo che sembra freddo come una tomba,
cupo, nero, che più nero non si può. Folle come può essere la mente di un
folle. E’ bravissimo Inverni a creare tensione e suspense tanto da tenere il
lettore ancorato alla storia. Dissemina indizi qui e là con logicità. Nulla è
come sembra. Chi è la vittima e chi il carnefice lo scopriremo solo alla fine,
ma a quel punto saremmo noi a voler conoscere di più, a voler continuare la
storia, tanto da leggere con avidità anche la spiegazione finale dell’autore.
Romanzo molto coinvolgente con i suoi personaggi ben caratterizzati ed una
scrittura talmente scorrevole che le pagine filano via senza quasi rendersene
conto, tanto ci si immedesima nella storia. Tutto d’un fiato, fino alla fine. Voto:
9
Nessun commento:
Posta un commento