La Mongolia con il suo paesaggio ancestrale
sospesa tra le tradizioni dei nomadi della steppa selvaggia e la modernità
violenta della sua Capitale, fa da sfondo alla storia del commissario Yeruldelgger
in questo primo libro della trilogia di Ian Manook, pseudonimo del giornalista
francese Partick Manoukian. Il luogo è duro e inospitale, i visi delle persone
sono corrosi e cotti da un vento secco che penetra nelle ossa, il paesaggio si
perde in un orizzonte senza fine. In una mattinata così, Yeruldelgger si muove
svogliato verso un paesino a pochi chilometri dalla capitale Ulan Bator. É
apparso dal terreno un pedale di una bicicletta, mentre una famiglia nomade
stava scavando il terreno. Sotto il pedale c’è una mano, piccola. É di
una bimba sepolta da parecchio tempo con il suo triciclo. Un’altra grana da
pelare per Yeruldelgger, oltre all’omicidio di tre cinesi avvenuto quella
stessa notte nella capitale in una fabbrica in periferia; sembrerebbe, per come
sono stati ritrovati i cadaveri, che siano stati sottoposti ad un macabro rito
sessuale. Ma il commissario non sa che il peggio deve ancora arrivare. Sulla
sua strada troverà politici e potenti locali, magnati stranieri alla ricerca di
investimenti e divertimenti illeciti, poliziotti corrotti e delinquenti
neonazisti, per contrastare i quali, non dovrà utilizzare le moderne tecniche
di investigazione, quanto riappropriarsi della saggezza dei monaci guerrieri
discendenti di Gengis Khan. Yeruldelgger avrà il compito di unire la modernità
e la cultura tradizionale se vorrà venire a capo dei delitti, ma anche per se
stesso, messo in pericolo dalle sue indagini. Un thriller a tinte forti in
un’ambientazione insolita, dove pagina dopo pagina l’autore ci tiene desti con
scene ad alta tensione. L’intrigo poliziesco rivela anche la complessità delle
questioni geopolitiche, per i rapporti
della Mongolia con gli interessi economici ingombranti di Russia e Cina, con la
scoperta di terre rare, ricche di minerali necessari ad alimentare l’industria
tecnologica. L’autore descrive con stile essenziale, asciutto i vari
personaggi, tanto che di Yeruldelgger sappiamo solo come sono fatte le sue
mani. É
un romanzo questo tutto da gustare, per scoprire un’ambientazione unica e
coinvolgente, per seguire gli avvenimenti ad alta tensione inframmezzati da
momenti in cui la poeticità dei sentimenti prende il sopravvento, e anche
momenti di velato umorismo. Non lasciatevi sviare dalla collera del
commissario. Quella collera si trasformerà in forza di volontà, un modo di
spogliarsi dei propri incubi e di tornare se stesso. In conclusione ci colpisce
l’inusuale ambientazione, originale e affascinante. Una trama ben scritta,
complessa e ricca di emozioni, narrata con una prosa densa e coinvolgente. E
soprattutto un grande protagonista che non può che conquistare. Voto: 8
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