Appena ho preso un attimo le misure a Manlio Parrini, protagonista di questo nuovo romanzo di Robecchi, mi è sembrato di vedere spuntare da un momento all’altro Carlo Monterossi. In effetti i due per carattere e per tipo di vita sembrano molto, molto vicini.
Ma se Carlo Monterossi è uno che di tv spazzatura ci vive, anche se non vorrebbe, Manlio Parrini è un regista di quelli che, magari fanno un film solo nella vita, ma è il FILM. E lui quello ha fatto, tanti anni prima, un unico film, “Le verità spezzate”, che lo ha fatto diventare celebre e chiamare da tutti Maestro.
Come Carlo Monterossi, Parrini è un fiero abitante di Milano, anche se non la riconosce più. Così involgarita, così piena di gente frettolosa, di rumori, di luci.
Il regista, fermo da più di trent’anni, si è innamorato della storia di uno scrittore scomparso durante il fascismo, Augusto De Angelis, il padre del giallo italiano. Vuole raccontare la sua vita di uomo perseguitato dalla censura, sempre in fuga, costretto a vedere e rivedere le sue opere per poterle pubblicare, non avendo libertà di scrivere come si deve. Perché si sa, nel ventennio mussoliniano, gli omicidi non esistevano, era tutto perfetto, quindi i libri gialli non potevano esistere, a meno che gli assassini non fossero tutti stranieri. Augusto De Angelis, morì a Bellagio nel 1944, dopo una lunga agonia, ucciso a botte da una squadra di fascisti.
Parrini vuole il suo Film, un film che parlerà dell’impossibilità di essere liberi proprio come è successo a De Angelis.
Nel mentre, nella villa dove lui occupa la dépendance, viene commesso un delitto. La vedova Bastoni, moglie di quello che lui considerava un amico, e che era stato anche un suo magnate e finanziatore, viene trovata cadavere, strangolata.
Il caso De Angelis e il caso Bastoni, cominciano ad avere delle somiglianze, e Parrini si divertirà a indagare per la storia dell’uno e per aiutare la procura a risolvere l’altro.
Contornato da personaggi come Sara De Viesti, la sceneggiatrice del suo film, da Chiara Sensini la procuratrice dell’omicidio Bastoni, e Claudio Tarsi, cronista di nera del Corriere della Sera, il libro di Robecchi è ironico, affascinante e scritto in maniera colta ma allo stesso tempo di facile lettura.
I vari capitoli si alternano tra loro in questo romanzo giallo molto ben strutturato, una storia che non smette di farci pensare a quello che sono i tempi odierni, che somigliano molto da vicino a quelli del povero De Angelis; un doppio giallo, dove il passato e il presente si intrecciano e si sovrappongono continuamente, da leggere tutto d’un fiato perché anche con questo romanzo Robecchi non ci lascerà a bocca asciutta, perché è divertente, appassiona e trascina.
Consigliato!
Silvia Marcaurelio
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