mercoledì 9 luglio 2025

RECENSIONE - Risolviamo omicidi di Richard Osman


Richard Osman torna con una nuova serie lasciando un po’ da parte la banda del “Club degli omicidi del giovedì”.

Questa nuova serie, a differenza della precedente, è meno stanziale. Anzi, diciamo che giriamo il mondo con i nuovi personaggi creati dalla felice penna dell’autore.
All’inizio del romanzo e per un bel po’ di pagine non riusciamo quasi a capire cosa voglia dirci l’autore.
Il libro è a voci alterne, quelle dei protagonisti e una voce a parte… Un certo François Loubet, di cui non si saprà nulla. Non lo sanno nemmeno i nostri protagonisti!

Una serie di omicidi di influencer quasi per nulla conosciuti, appartenenti tutti alla Vivid Viral Media, e con guardie del corpo della Maximum Impact Solutions, vengono presi di mira e assassinati in modo molto cruento. L’ultimo nell’ordine degli eventi è un certo Andrew Fairbanks, morto con un colpo di pistola alla testa e dato in pasto agli squali nelle acque della Carolina del Sud.
Fa parte della Maximum Impact Solutions anche Amy Wheeler, agente scelto, anzi sceltissimo, che fa da scorta alla scrittrice di gialli di successo e senza età Rosie D’Antonio, presa di mira da un magnate russo finito in un suo libro. Entrambe si trovano (anche loro) nella Carolina del Sud, sull’isola di proprietà della scrittrice, quando gli eventi si mettono in moto.

Quando l’altra guardia del corpo di Rosie, Kevin, tenta di uccidere Amy, le due scappano dall’isola per rifugiarsi altrove.
Amy chiama in aiuto suo suocero, Steve, ex poliziotto. Un uomo taciturno ed abituato alla sua routine quotidiana, da quando sua moglie è morta.
Steve è una sagoma, resterebbe fermo e immobile a carezzare il gatto Problema, se potesse, ma Amy è in pericolo e lui si anima e riesce perfino a volare in America.
In una girandola di eventi, con fughe in jet privati, isole Vergini, narcotrafficanti, sicari incalliti il libro sembra avere l’anima del film d’azione americano, ma con il solito umorismo inglese, che non manca mai.
Steve, Amy, Rosie tentano di capire chi c’è dietro gli omicidi degli influencer e chi vuole uccidere Amy.

Il romanzo è un po’ un gioco di specchi dove non tutto è quello che sembra, i depistaggi e le sorprese sono un invito al lettore a cercare di capire chi davvero c’è dietro a tutto il caos, e il tutto condito da una sottile ironia.
I personaggi sono ancora in fase di studio, e si nota, soprattutto nelle prime pagine. Il romanzo risulta spesso ripetitivo e ridondante, andando poi a migliorare in seguito.
Osman scrive bene e comunque la sua ironia solleva un po’ il libro che come già detto è un po’ meno incisivo della sua prima serie. Il personaggio più riuscito, forse, è quello della scrittrice Rosie D’Antonio, che dà al tutto un tocco di imprevedibilità, e che sicuramente ritroveremo in un secondo capitolo.
Il libro potrebbe essere letto come un classico giallo d’azione oppure come un libro satirico sul mondo degli influencer e sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, argomenti comunque molto attuali.

Silvia Marcaurelio

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