martedì 11 novembre 2014

RECENSIONE – IL BACO DA SETA DI ROBERT GALBRAITH (alias J. K. Rowling)




Entusiasta del primo libro della serie di Cormoran Strike, il nuovo personaggio di “zia” J. K. Rowling sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith, mi sono fatta regalare per il compleanno questo secondo episodio, “Il baco da seta”. Mai regalo è stato più apprezzato. Rispetto a “Il richiamo del cuculo”, la Rowling si perfeziona e presenta un delitto e un caso profondamente simbolici, inquietanti e molto più crudi ed efferati dell’episodio precedente, sia per le implicazioni emotive, che per il modus operandi. Robert Galbraith (zia Rowling) ha dimostrato sempre più di saper tenere i suoi lettori incollati alle pagine della sua storia, anche se il protagonista non è più Harry Potter con la sua bacchetta magica. Il bello del romanzo è anche la scoperta o ri-scoperta di Londra, con le sue vie, i suoi pub, le metro affollate, gli autobus, i taxi. La vera Londra piovosa, anzi qui più spesso nevosa. Con il freddo, il ghiaccio e tutti gli inconvenienti che il cattivo tempo può portare in una metropoli. Viene quasi la voglia di prendere una cartina in mano e ripercorrere con una matita tutte le strade che Cormoran Strike, sempre a corto di soldi, percorre a piedi e con i mezzi pubblici da un lato all’altro della città. La Rowling (scusate se non la chiamo Robert Galbraith, ma è più forte di me), si discosta di molto dai romanzi fantastici che l’hanno portata al successo. Con la serie di Cormoran Strike si torna al mondo di oggi, ed i suoi personaggi sono alquanto veri. Dicono parolacce, parlano di sesso, di droga, abusano di alcool e lo fanno con un certo distacco, quasi con nonchalance. La Rowling si rivela ancora una volta una vera e propria maga nel realizzare personaggi profondi, credibili e ben definiti. Dimostra di conoscere molto bene il mondo editoriale londinese, presentando una serie di addetti ai lavori davvero azzeccati. Il lettore finisce per affezionarsi ai due protagonisti, ma anche ai minori, tanto da sentirne quasi la mancanza sul finale. Per quanto riguarda Strike e Robin, l'autrice svela di romanzo in romanzo nuovi aspetti della loro personalità, ma mantiene anche dei segreti sul loro passato, a cui accenna solo brevemente, tanto da lasciare la suspense e il legame tra un libro e il successivo. Il rapporto tra Strike e la sua assistente è cresciuto, anche se le incomprensioni tra i de non mancano. Il detective sembra esser diventato più "umano" e Robin sempre più competente e intraprendente nel lavoro. Tra i personaggi di questo episodio spiccano soprattutto Leonora e Orlando Quine, rispettivamente moglie e figlia dello scrittore scomparso, che colpiscono per la semplicità con cui vengono descritte e il toccante rapporto che le unisce. All'appello non manca nemmeno Kathryn Kent, amante di Quine e azzeccato esempio, e in un certo senso caricatura, di scrittrice "dilettante". Sono talmente “umani”, questi personaggi, da prendere vita dalle pagine del libro. La struttura narrativa, come al solito, è ben studiata. Gli indizi sono ben disseminati tra le pagine del romanzo, e formano un intreccio ambiguo che confonde appositamente il lettore, ma non abbastanza da fargli perdere il filo. E il finale è un trionfo del bene sul male, con una non sempre chiara interpretazione, come avveniva in Harry Potter. La forza di questo romanzo, non sta nella trama giallistica, bensì nella sua ambientazione: il mondo delle case editrici londinesi, dove letteratura e soldi vanno a braccetto. Dopo aver risolto il caso di Lula Landry, Cormoran è diventato uno dei detective più richiesti di Londra. Ma questo non ha solo fatto del bene al suo conto in banca, gli ha attirato purtroppo le antipatie della polizia sbeffeggiata in quel caso.  La narrazione ruota intorno alla misteriosa sparizione di Owen Quine, scrittore dal carattere terribile e con molti nemici. Il caso appare fin da subito collegato a Bombyx Mori, il romanzo che Quine aveva appena terminato e che accusava in modo preciso e rabbioso scrittori, editori e colleghi del suo mondo di ogni nefandezza possibile. Quando Quine viene ritrovato morto come nel finale del suo libro, i personaggi sospettati sono tantissimi, in quanto in molti hanno avuto a che fare con lui e non molti lo apprezzavano, anzi quasi nessuno. La polizia, nel personaggio di Anstis, amico di vecchia data di Cormoran nell’esercito a cui ha salvato la vita, sospettano della moglie della vittima, ma Strike ha dei dubbi ed è intenzionato a trovare il vero assassino. Dopo un inizio piuttosto lento la narrazione prende poi velocità, ma non mancano le pause. Queste, rappresentano il momento giusto per recuperare i fili delle storie personali tra i protagonisti, ma sono anche utili per dare il tempo al lettore di ambientarsi e riflettere sui possibili sviluppi del caso.  La Rowling ci regala un’escursione in quello che è l’editoria londinese, tra pubblicazioni solo per denaro e self-publishing, tra scrittori fasulli e geni incompresi. Si tratta di una fotografia suggestiva di un mondo che la stessa scrittrice conosce bene e che ha scelto come scenario per un delitto con i fiocchi. In conclusione, anche questa volta J. K. Rowling ha sfornato un ottimo thriller, sicuramente più elaborato del precedente ma con la stessa completezza e intensità espressiva. La storia personale del detective Strike, è interessante e varia e capace di portare avanti da sola la trama; il rapporto speciale e in via di costruzione con l'assistente Robin, sono in grado di spingere, senza dubbio, anche il lettore meno appassionato di thriller ad attendere, con impazienza, la prossima indagine.  Aspetto con ansia anche la trasposizione cinematografica. Ne potrebbe uscire un capolavoro. Voto: 8,5.

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