martedì 14 aprile 2015

RECENSIONE - IL MINIATURISTA DI JESSIE BURTON

Opera prima per questa autrice. Un libro che mi aveva attratto molto, per via della sua copertina stranissima. La storia si svolge ad Amsterdam, nel 1686. In quel periodo al comando della Repubblica vi erano le svariate corporazioni dei mercanti, che avevano strappato, con il duro lavoro, la loro terra dal mare. Mare che però era sempre in procinto di riprendersela. Un altro dei poteri forti era rappresentato dalla Chiesa bigotta, che prometteva il paradiso a chiunque avesse denunciato qualsiasi segreto oscuro riguardante il proprio vicino di casa. Tutti, quindi, spiavano tutti. Qui si ritrova, dopo un matrimonio alquanto singolare, la protagonista della storia, Petronella Oortman, detta semplicemente “Nella”. Viene accolta, appena diciassettenne, nella casa del marito trentanovenne, da una sorella dall’aria dispotica e da una domestica che ha l’aria di prendersi troppe libertà. In effetti, Nella, viene trattata da tutti come un’intrusa, anche dal suo stesso marito, Johannes Brandt. Venendo dalla campagna, Nella fatica a capire le abitudini della casa. Suo marito dovrebbe essere un ricco mercante, ma sua sorella Marin, dispone di non scialacquare, quindi si economizza su tutto, cibo compreso. Johannes è un uomo misterioso, che nasconde molte cose, e delle volte è sua sorella a rivestirne il ruolo in casa, cosa che Petronella odia, perché vede in ciò un rallentamento nella sua crescita come moglie e padrona di casa. Ma la cosa più sconcertante è che suo marito non vuole giacere con lei, o perlomeno la evita. Per occuparla le ha comprato, come regalo di nozze, uno stipetto che riproduce fedelmente la loro casa. Lei dovrà riempirlo. Dargli vita. All’inizio lo odia, perché lo considera un regalo adatto ad una bambina e non ad una moglie, ma piano piano scoprirà che lo stipetto è, grazie al miniaturista, lo specchio della sua esistenza, presente e futura. La Burton mette un po’ troppe castagne sul fuoco, rischiando di far perdere il lettore negli intricati passaggi storici o quasi soprannaturali. Alla fine ne esce sicuramente fuori un buon romanzo dove si inneggia alle figure femminili che, nella storia, nel bene e nel male , hanno sicuramente un ruolo determinante. La cosa singolare è che queste persone sono realmente esistite, sia Petronella Oortman in Brandt e sia suo marito Johannes. Anche lo stipetto esiste per davvero, ed è custodito al Rijksmuseum di Amsterdam. Voto: 6,5

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