lunedì 27 aprile 2015

RECENSIONE – Omicidio senza colpa di Gianni Simoni



Gianni Simoni, ex magistrato, che ha lavorato in svariati casi importanti, nella storia della giustizia italiana, si è dato ad una finta pensione, diventando uno dei giallisti più prolifici del panorama italiano. Siamo arrivati al quinto episodio della serie dedicata al Commissario Lucchesi, che è andato via via in crescendo, durante tutte le storie a lui dedicate. Al ritorno nella Questura della sezione omicidi, dopo l’esilio a Porta Ticinese, Lucchesi ritrova la sua squadra, al completo. I fidi Serra e Minniti, sempre alle calcagna, il napoletano Maresca, giovane e qualche volta distratto, la sua compagna (in incognito) Lucia Anticoli, e il non proprio simpaticissimo Carniti, sempre pronto a rompere le scatole a quello che secondo lui, gli ha soffiato il posto. Lo ritroviamo sempre alle prese con intolleranza e razzismo, che purtroppo, ancora infettano, anzi crescono, nel nostro Paese. Durante le indagini per la morte di un vecchio professore vedovo, trovato impiccato nel suo appartamento, si scopre da indizi certi, che l’uomo non è morto impiccato, ma che qualcuno lo ha fatto al posto suo. Un omicidio mascherato da suicidio. La vedova al piano di sotto, mamma con figli, ne piange la scomparsa, era come un nonno per i suoi bambini. E’ stata lei, a ritrovarne il cadavere, e aiutata dal giovanotto, un geometra, del piano di sopra,  ha tirato giù il cadavere, tagliando la corda. Ma qualcosa, non torna, e il commissario Lucchesi, si fida molto del suo istinto, di un presentimento, o di qualche altro tipo di sensazione, e certamente l’istinto gli dice che c’è qualcosa che  non va. Perché da quello che sa, il vecchio professore mingherlino, aveva appena avuto un incidente ad un piede, quindi non era in grado di salire su di un tavolo e soprattutto sul di un rialzo fatto con dei libri poco stabili. Quindi comincia una lunga lotta contro se stesso per riuscire a trovare qualsiasi cosa possa collegare questa morte alle persone vicine all’uomo, tallonato dal magistrato sul caso e non solo, Chiara Battisti. Mentre sta indagando sul finto suicidio, Lucchesi, cerca anche di risolvere il problema di un bambino, che vede mendicare ogni giorno vicino alla stazione di polizia, pieno di lividi e molto macilento. Attirato come una falena su di una luce, Lucchesi decide di mettergli dietro qualcuno dei suoi, come la collega Claudia Gregori, che tempo prima aveva sicuramente avuto una liaison con il nostro commissario strappa cuori. Ma lui è ormai occupato, con Lucia Anticoli e ha ormai stabilito quasi una convivenza, tranne le volte che i due non si sopportano a vicenda. Il problema resta sempre il suo cuore, che continua a dargli problemi, visto che lui è abbastanza fatalista, e ha accettato la sua condizione di salute, senza preoccuparsene più di tanto e senza rinunciare quasi a nulla, anche se un pit-stop dal medico sarà costretto comunque a farlo. Sia il vecchio che il ragazzino, appartengono a quella che viene considerata un’umanità di serie B, scalzata dai vincenti e dai prepotenti. Come cittadino di serie B, è considerato lo stesso Lucchesi, che più e più volte viene vessato dalla gente, per il suo colore di pelle. E nessuno lo sa meglio di lui, che le vittime più deboli hanno bisogno di quella giustizia, che lui, fa in modo e maniera, di restituirgli. Voto: 7

Nessun commento:

Posta un commento