Faccio una piccola premessa. Chi
non ha letto i tre libri precedenti non può leggere sicuramente questo. Quindi,
prima di iniziare questo, leggete gli altri tre. L’autore non è più lo stesso.
Il povero Larsson è morto prima che i suoi tre romanzi venissero dati alle
stampe. Il suo successo è quindi postumo. Gli eredi, padre e fratello hanno
pensato bene di far continuare la saga che in tutto il mondo ha venduto più di
80 milioni di libri, dando il mandato a David Lagercrantz, giornalista di fama,
ma che, in quanto a libri, ha al suo attivo soltanto la biografia di Zlatan
Ibrahimovic. Niente a che vedere con un giallo quindi. Le domande che ci siamo
posti, penso tutti quanti, quando abbiamo saputo la notizia di questo sequel, è
se David Lagercrantz si sarebbe rivelato all’altezza di Larsson. Se sarebbe
riuscito a capire dove volesse arrivare l’inventore della saga Millenium e soprattutto
se ne avesse voluto un seguito. Se Lagercrantz sarebbe riuscito a rimanere
fedele ai personaggi di Lisbeth e Mikael. Logicamente noi non saremo mai in
grado di scoprire se Stieg Larsson avesse in mente un seguito di Millenium e
cosa avesse pensato per i suoi personaggi, purtroppo. Ma entrambi erano stati
da lui così ben descritti e caratterizzati, che era difficile cadere in errore.
La storia all’inizio, sembra non carburare. Perde quelle atmosfere scandinave
caratterizzanti a cui Larsson ci aveva abituato, anche se Lagercrantz prova a
farcele rivivere con continui accenni alla tempesta del secolo, al freddo e
alla neve. Purtroppo anche l’argomento e l’ambientazione suddivisa tra Svezia e
Stati Uniti non aiuta. Frans Balder eminente scienziato svedese, ritorna in
patria per problemi familiari. Suo figlio August, autistico, ha bisogno di lui.
Alcuni psicologi hanno notato dei lividi che sembrano percosse e Frans lo
preleva da casa di sua moglie senza avere nessuna autorità per farlo. Frans è
un ricercatore che si occupa di Intelligenza Artificiale. Le sue ricerche fanno
gola a molti e lui si sente un po’ paranoico, tanto da lasciare il suo lavoro
negli Stati Uniti e nascondersi un po’ come un eremita in una villa isolata,
con suo figlio. Mentre è in casa con lui, scopre che il figlioletto è un
“savant”, autistico sì ma molto intelligente. Sa fare dei disegni incredibili,
applicando ad essi delle regole matematiche. Mentre Balder si nasconde, uno dei
suoi ex dipendenti svedesi contatta Mikael Blomkvist, riferendogli che lo
scienziato avrebbe in mano uno scoop fantastico che potrebbe riportare in auge
la rivista Millenium, che versa in condizioni non ottimali, con i nuovi
proprietari decisi a far cambiare faccia ed argomenti al giornale. Mikael non è
entusiasta della cosa, sembra un po’ una notizia campata in aria, ma appena
sente che Balder è in contatto con Lisbeth Salander, cambia idea. Balder e
Blomkvist non fanno in tempo a mettersi d’accordo per incontrarsi che l’uomo
viene ucciso. Unico testimone il figlio autistico. I temi centrali del giallo,
la matematica, l’informatica, l’autismo e l’intelligenza artificiale, si
connettono tra di loro e portano al vero argomento della storia: i rischi che
può provocare l’uso dello spionaggio informatico. Il superamento dei limiti,
sia morali, sia legali che etici per impadronirsi di segreti industriali di
qualsiasi tipo. Il tutto si intreccia con il passato di Lisbeth, quello che
ancora le è rimasto nascosto dopo la
morte del padre, riguardante la sua eredità criminale. Con un indagine al
limite del lecito, paradossalmente, Mikael e Lisbeth, riportano una vittoria
che sa di giustizia, anche se per trionfare rischiano di passare dalla parte
del torto. La storia non finisce qua. Infatti Lagercrantz ci lascia con un
finale aperto ad una nuova avventura, che
sarà sicuramente la prova del nove. All’inizio di questa storia,
infatti, sembra che lo scrittore abbia un complesso di inferiorità riguardo al
creatore della saga di Millenium. Ma piano piano riesce a scrollarsi di dosso
le sue paure e a far quadrare la storia ed i suoi personaggi facendola diventare avvincente. Riesce ad
inserire anche i vecchi comprimari quali Erika Berger, il commissario
Bublanski, e l’ex tutore di Lisbeth, Holger Palmgren. Diciamo che non è tutto
perfetto, molti particolari, soprattutto quelli riguardanti la ricerca scientifica
di Balder e i termini informatici fanno perdere un po’ il discorso e diventando eccessivi, ma la storia nel suo
complesso funziona ed è anche buona. Non è Larsson, ma è un buon giallo. Voto:
7,5
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