martedì 15 settembre 2015

RECENSIONE – Storia della pioggia di Niall Williams



“Storia della pioggia” è la storia di Ruth Swain, ma anche di tutta la famiglia Swain. Ruthie è malata. Ha diciannove anni ma è costretta a letto da una malattia del sangue. Passa le sue giornate nella sua camera situata nella mansarda della sua vecchia casupola, sperduta tra i campi imbevuti di pioggia e dal vento della verde Irlanda. Una costante del libro è proprio la pioggia, già dal suo titolo. Ha avuto nella sua vita più dolori che gioie. Ha avuto soprattutto due perdite importanti, quella del suo gemello Aeney, morto affogato in giovanissima età, e quella di suo padre, pochissimo tempo dopo. Nonostante tutto, Ruth è una persona forte, e niente di tutto questo è riuscito a piegare la sua personalità e la sua voglia di vivere. Visto che sa che il suo tempo su questa terra potrebbe essere molto breve, vuole ritrovare suo padre, scrivendone la storia. Ma deve andare molto a ritroso nel tempo, quando Virgil Swain non era ancora nato. Quindi inizia a raccontare la vita di suo nonno, segnata dalle brutture della guerra, del suo salvataggio da parte di un soldato tedesco durante la prima guerra mondiale, la sua non morte, che gli ha creato una devastazione morale, tanto da fuggire e nascondersi al mondo, dandosi per morto. Nessuno degli Swain riuscirà a raggiungere la metà prefissata, il Livello Impossibile. Ruth ha però un tesoro inestimabile che le ha lasciato suo padre, la sua biblioteca di 3000 e più libri, dove trova il conforto e può vivere le vite degli altri, gli altrui amori e le altrui avventure, viaggiare nel tempo e nello spazio, spostarsi da un paese all’altro, senza mai lasciare il suo letto. Divora tutto ciò che le passa di mano, da Dostoevskij, a Dickens (che è il suo preferito con il romanzo Grandi speranze e ne dice: “Grandi speranze è il capolavoro di Dickens. Se non sei d’accordo, fermati qui e vai a rileggerlo. Ti aspetterò. Se non muoio nel frattempo”.), a Gabriel Garcia Marquez. Ma il suo vero scopo è quello di ritrovare suo padre Virgil, che era il proprietario dei libri. Sfoglia pagine e pagine di questi grandi capolavori per comprendere l’ossessione della sua famiglia, quella del Livello Impossibile. Il livello impossibile cercato già da suo nonno Abraham è una perfetta condotta morale, che nessuno è però in grado di raggiungere. Ruth sa che la sua nascita e quella di Aeney era stata per suo padre fonte di ispirazione, l’evento per cui pensava di aver raggiunto il Livello Impossibile, l’innalzamento verso la Perfezione. E questo evento lo aveva fatto diventare un poeta. Poesie che nessuno però riusciva mai a leggere, che nessuno mai vedeva. Ma il giorno in cui Aeney perse la vita, Virgil perse anche la vena poetica, e si accorse di non essere in grado di scrivere più nulla.  E’ un romanzo un po’ complicato da seguire con molta attenzione, almeno all’inizio, tant’è che l’ho dovuto ricominciare da capo nonostante fossi arrivata a pag. 65. E’ complesso perché la sua narratrice compie repentini sbalzi spazio-temporali, e bruschi cambiamenti di argomenti che rischiano di confondere le idee. Ma parte dello spaesamento iniziale, viene riccamente ricompensato con i riferimenti alla letteratura e ai libri che popolano tutto il romanzo. Piccoli dettagli, posizionati un po’ qua e un po’ là, come regali offerti per far innamorare il lettore. Riferimenti alla letteratura inglese ed irlandese, di cui l’autore si serve per raccontarci una storia che di per sé non ha nulla di straordinario, se non Ruth stessa, che brilla di luce propria con il suo linguaggio a volte ironico a volte sarcastico. E’ un bel personaggio Ruth (tranne quando tratta male quel povero Vincent Cunningham). E’ tenace, schietta e dura, ma anche intelligente e amante della vita. Storia della pioggia è un libro che parla di libri, che ne tesse le lodi e parla del loro potere salvifico. E’ una storia piena di vita, anche se parla di morte e vi si racconta una storia triste. Si sorride anche, e si sparge anche qualche lacrimuccia, perché poi il finale lo immagini prima, e perché in fondo in fondo, ti sei affezionata alla spocchiosa Ruth Swain e al suo Livello Impossibile. Ma la Perfezione, si sa, non è di questo mondo, il suo bisnonno la cercava nei Salmi, suo nonno nel salto con l’asta e nella pesca al salmone, e suo padre nella coltivazione delle patate in una terra inadatta e nella Poesia. Ma il Livello Impossibile resta irraggiungibile. Come ci dice l’autore proprio all’inizio: “Noi siamo la storia e la raccontiamo per rimanere vivi o mantenere in vita quelli che raccontiamo”. E’ un bel romanzo “Storia della pioggia”, ma pretende attenzione e concentrazione nella sua lettura. Andate piano se volete leggerlo, soffermatevi a lungo sui paragrafi più ostici, vedrete che troverete un bel mondo, dentro quelle parole. Voto: 7,5

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