martedì 13 ottobre 2015

RECENSIONE – La scomparsa di De Paoli di Gianni Simoni



Nuova avventura per il duo Petri e Miceli in quel di Brescia. I due entrambi stanchi, anziani ed irritabili si ritrovano a dover indagare sulla scomparsa di un amico, il Dottor De Paoli. Soprattutto Petri, sembra essere sulle spine e sempre di umor nero e questa novità, non certo buona, lo fa immusonire sempre più. In un fossato della strada provinciale di Brescia, un cittadino ritrova un cadavere immerso in una pozza, e chiama la Polizia. Il tipo è reso irriconoscibile, sia dall’immersione per tanto tempo in acqua, che per l’azione dei ratti. Chi è quell’uomo? Chi l’ha ucciso? Perché di omicidio si tratta, anche se il primo rapporto del sostituto del Dottor Gentilini parla di un incidente stradale. Vista la zona del ritrovamento, un luogo dove si riuniscono le prostitute, all’inizio gli agenti pensano che possa trattarsi di un magnaccia o di un rapinatore inesperto. Già il fatto è di per se scandaloso, per la provincia, figuriamoci poi quando si viene a scoprire che il morto è proprio il Dottor De Paoli, l’amico intimo del giudice Petri.  Il giudice è sconvolto, e pensa bene di aiutare il commissario Miceli e il commissario Grazia Bruni a far luce sull’omicidio. Miceli d’altronde sembra non avere più lo smalto di un tempo, e che non abbia proprio voglia di mettere le mani in una faccenda così delicata. La Bruni sempre super avvenente, sarà coadiuvata nelle indagini dal nuovo vice commissario Armiento, a cui non disdegna di fare gli occhi dolci, visto il non proprio allegro periodo che sta vivendo con l’agente Maccari. L’intelligentissimo Esposito, su cui si può sempre fare affidamento, avrà una parte importante nella storia. E faranno la loro figura anche  il duo inseparabile Grasso e Tondelli, e perfino il procuratore Martinelli. Gli elementi portano ad indagare sul giro di prostituzione, perché il buon Dottor De Paoli, era a contatto spesso e volentieri con le prostitute, ma per fini tutt’altro che pessimi. Aveva salvato la sua cameriera Roberta dal giro, ed ora stava aiutando la Luciana, col figlio handicappato. Chi ha dunque ucciso il medico? Quale movente ha mosso l’assassino? Le piste da seguire sono tante, ma quale sarà quella giusta? Il lettore verrà trasportato piano piano, verso la verità, che non sarà proprio quello che ci si attendeva e lascerà un po’ con l’amaro in bocca, sia noi, sia il giudice Petri. La storia è ben costruita e Simoni, come al solito riesce a coinvolgere il lettore in prima persona, nelle indagini. Quello che mi ha disturbato è forse riconoscere che ormai Petri è diventato anziano, anche se la sua intelligenza rimane intatta. Bellissimi i siparietti con sua moglie Anna, che denotano quanto i due si vogliano bene. Bene come al solito i comprimari, che entrano nella storia  con i loro ruoli ben definiti, per nulla sprovveduti e dotati di grande abilità, e di una discreta simpatia che non fa mai male. Anche i comprimari di questo episodio, come la cameriera Roberta, che grazie al morto ha cambiato praticamente vita, oppure alla segretaria dello stesso, che all’apparenza sembra essere solo una svampita, ma che cela una grande personalità, oppure la famiglia Bertelli, colpita da una disgrazia difficile da affrontare, rendono la storia interessante. Carini i riferimenti ai libri che i protagonisti leggono come “La verità sul caso Harry Quebert” o “I fratelli Ashkenazi”. Lo stile è come al solito scorrevole e di semplice lettura, anche se questo episodio, secondo me è un po’ meno trascinante di altri. Voto: 6,5/7

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