Nuova avventura per il duo Petri
e Miceli in quel di Brescia. I due entrambi stanchi, anziani ed irritabili si
ritrovano a dover indagare sulla scomparsa di un amico, il Dottor De Paoli.
Soprattutto Petri, sembra essere sulle spine e sempre di umor nero e questa novità,
non certo buona, lo fa immusonire sempre più. In un fossato della strada
provinciale di Brescia, un cittadino ritrova un cadavere immerso in una pozza,
e chiama la Polizia. Il tipo è reso irriconoscibile, sia dall’immersione per
tanto tempo in acqua, che per l’azione dei ratti. Chi è quell’uomo? Chi l’ha
ucciso? Perché di omicidio si tratta, anche se il primo rapporto del sostituto
del Dottor Gentilini parla di un incidente stradale. Vista la zona del
ritrovamento, un luogo dove si riuniscono le prostitute, all’inizio gli agenti
pensano che possa trattarsi di un magnaccia o di un rapinatore inesperto. Già
il fatto è di per se scandaloso, per la provincia, figuriamoci poi quando si
viene a scoprire che il morto è proprio il Dottor De Paoli, l’amico intimo del
giudice Petri. Il giudice è sconvolto, e
pensa bene di aiutare il commissario Miceli e il commissario Grazia Bruni a far
luce sull’omicidio. Miceli d’altronde sembra non avere più lo smalto di un
tempo, e che non abbia proprio voglia di mettere le mani in una faccenda così
delicata. La Bruni sempre super avvenente, sarà coadiuvata nelle indagini dal
nuovo vice commissario Armiento, a cui non disdegna di fare gli occhi dolci,
visto il non proprio allegro periodo che sta vivendo con l’agente Maccari. L’intelligentissimo
Esposito, su cui si può sempre fare affidamento, avrà una parte importante
nella storia. E faranno la loro figura anche il duo inseparabile Grasso e Tondelli, e
perfino il procuratore Martinelli. Gli elementi portano ad indagare sul giro di
prostituzione, perché il buon Dottor De Paoli, era a contatto spesso e
volentieri con le prostitute, ma per fini tutt’altro che pessimi. Aveva salvato
la sua cameriera Roberta dal giro, ed ora stava aiutando la Luciana, col figlio
handicappato. Chi ha dunque ucciso il medico? Quale movente ha mosso l’assassino?
Le piste da seguire sono tante, ma quale sarà quella giusta? Il lettore verrà
trasportato piano piano, verso la verità, che non sarà proprio quello che ci si
attendeva e lascerà un po’ con l’amaro in bocca, sia noi, sia il giudice Petri.
La storia è ben costruita e Simoni, come al solito riesce a coinvolgere il
lettore in prima persona, nelle indagini. Quello che mi ha disturbato è forse
riconoscere che ormai Petri è diventato anziano, anche se la sua intelligenza
rimane intatta. Bellissimi i siparietti con sua moglie Anna, che denotano quanto
i due si vogliano bene. Bene come al solito i comprimari, che entrano nella
storia con i loro ruoli ben definiti,
per nulla sprovveduti e dotati di grande abilità, e di una discreta simpatia
che non fa mai male. Anche i comprimari di questo episodio, come la cameriera
Roberta, che grazie al morto ha cambiato praticamente vita, oppure alla
segretaria dello stesso, che all’apparenza sembra essere solo una svampita, ma
che cela una grande personalità, oppure la famiglia Bertelli, colpita da una
disgrazia difficile da affrontare, rendono la storia interessante. Carini i
riferimenti ai libri che i protagonisti leggono come “La verità sul caso Harry
Quebert” o “I fratelli Ashkenazi”. Lo stile è come al solito scorrevole e di
semplice lettura, anche se questo episodio, secondo me è un po’ meno
trascinante di altri. Voto: 6,5/7
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