martedì 13 ottobre 2015

RECENSIONE – Il bambino che trovò il sole di notte di Luca Di Fulvio



Mai consiglio fu più felice di questo. Non conoscevo questo autore, me ne hanno parlato e ho deciso di acquistare la sua ultima fatica “Il bambino che trovò il sole di notte”. Scrittore già conosciuto sia in Italia che all’estero per il suo precedente romanzo “La ragazza che toccava il cielo” (che ho comprato sulla scia del gradimento che ho avuto nel leggere l’ultimo). E’ l’anno del Signore 1407. Siamo in una terra in parte sconosciuta. Una terra dal nome che non dirà nulla, Rauhnvahl, che si trova nella parte orientale dell’arco alpino, separata da tutto il resto d’Europa. E’ una piccola valle, ricca e tranquilla e il suo Signore è Marcus I di Saxia. Il piccolo principe ereditario, Marcus II, ha nove anni, gli occhi verdi e i capelli biondi. Come tutti i bambini, figli di nobili, è un po’ pigro, ha la pelle liscia liscia come quella di una bambina ed in quella mattina, in cui tutto ha inizio, è contento perché fuori sta nevicando. Eilika, la sua balia è sempre con lui, notte e giorno, e cerca di insegnargli le buone maniere, quelle che dovrebbe avere un principe, mentre si appresta a fare colazione con i suoi regali genitori. Suo padre è un uomo grande e grosso, pieno di cicatrici e gli dice che dovrà diventare un guerriero perché il suo principato, e il mondo degli uomini navigano da sempre nel sangue, e lui dovrà essere un lupo che faccia da capobranco e sottometta gli altri. Nessuno al castello si aspettava, quella mattina, che la loro vita subisse un cambiamento così repentino. Ognuno preso dalle sue incombenze, non si accorge che una terribile vibrazione scuote il terreno intorno al castello; sono una ventina di cavalli da guerra lanciati al galoppo. Un gruppo di soldati mercenari attacca il castello e il piccolo Marcus, dapprima preso a giocare con la balia a nascondino, vede con i suoi occhi uccidere tutti gli abitanti del castello, compresi i suoi genitori e la sua sorellina. Quel giorno Marcus lo avrebbe ricordato con il sangue che tingeva la neve di rosso. Da qui inizia per Marcus un’altra vita. Marcus II di Saxia non esiste più e viene sostituito da Mikael Veendon, servo della gleba, grazie al salvataggio di Eloisa Veendon e di sua madre Agneta. Per il piccolo principe, inizia una vita diversa, fatta di stenti e rinunce. A differenza dei suoi coetanei abituati al lavoro, è debole e viene preso in giro dagli altri ragazzi del villaggio, ma con il passare del tempo, e con l’aiuto del misterioso Raphael, impara il mestiere di contadino, irrobustendosi. Il Principe Ojsterning, l’assassino dei suoi genitori, prenderà il suo posto regnando con violenza inaudita sul villaggio di Raunvhall e sullo stesso Mikael, con cui sembra avere un’affinità particolare. Gode in ogni modo a farlo soffrire, ma Mikael è l’unico che riesce in qualche modo a tenergli testa, a guardarlo negli occhi. Le condizioni degli abitanti del villaggio si fanno sempre più misere, sotto il peso delle nuove imposte dovute al nuovo padrone che si dimostra veramente crudele dividendo una coppia appena sposata solo per il gusto di farlo. Emoke, la ragazza viene portata come prostituta al castello e suo marito Gregor, in colpa per non essersi imposto con coraggio, verrà trovato impiccato. Ojsterning è il classico principe crudele, che gode nel vedere la sofferenza degli altri, ma anche lui in qualche modo soffre. Odiato dai suoi genitori proprio per la sua crudeltà, si è sempre sentito non accettato e ora sfoga la sua indole sui suoi sudditi, e su sua figlia alla quale usa violenza da quando era una bambinetta. Ojsterning rifiuta il fatto che il suo regno, Darconvick, sia stato consumato dagli agi e dai vizi dei suoi parenti e che lui non abbia mai potuto godere dei loro privilegi, quindi si sfoga sul popolo e sui suoi sottoposti. Finché non incontrerà Mikael. Luca Di Fulvio crea una storia con una trama coinvolgente, con al centro della stessa un piccolo principe che tutti credono morto, ma che ha solo celato la sua identità per non essere assassinato dai sicari del cattivo. Bellissimi i personaggi principali, Mikael il ragazzino che diventerà uomo, con la sola idea di cambiare il mondo, la testarda e coraggiosa Eloisa, la buberbera levartrice Agnete, donna tutta d’un pezzo dal cuore d’oro e il saggio e misterioso Raphael, tra i buoni, lo spietato Ojsterning divorato dall’odio e apparentemente incapace di amare, Agomar e Eberwolf tra i cattivi. E poi Emoke la donna dalla voce angelica, che dopo la sua cattura verrà conosciuta dapprima come la Pazza, perché scoperta spesso a parlare da sola, mentre lei parla con l’anima di suo marito, e poi conosciuta come la Santa, perché capace con il suo canto di toccare l’animo degli uomini, e delle volte detta anche Strega perché capace di fare delle terribili profezie. Il tempo passa e Mikael a sedici anni è un uomo forte e innamorato della sua Eloisa, ma una circostanza li dividerà per un lasso di tempo in cui Mikael  si unirà ad una banda di ribelli  il cui capo, Volod il nero, in una fuga precipitosa porta nella città tedesca di Costanza dove è imminente un famoso concilio. Mikael è pronto a riprendersi quello che è suo di diritto, Eloisa e il suo principato. Luca Di Fulvio trascina il lettore in pieno Medioevo, dove il sistema feudale divideva la società in servi della gleba e padroni. Contesto storico descritto con cura e attenzione dei particolari, creando un personaggio, un po’ un anti-eroe che nonostante abbia perso tutto (famiglia, amore, potere e identità), riesce, nonostante tutto ad essere un personaggio, che affronta la vita con coraggio e desiderio di libertà, aiutato in questo dai personaggi secondari e ispirato dalle idee liberali del teologo Jan Hus, con cui Mikael avrà un brevissimo incontro, prima che quest’ultimo venga bruciato sul rogo a Costanza nel 1415. Il tomo è lungo, ma la lettura è scorrevole, quindi non fatevi intimidire dalla mole, perché è un libro che coinvolge ed emoziona. Voto: 8,5

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