giovedì 4 maggio 2017

RECENSIONE – Il palazzo d’inverno di Eva Stachniack



Russia, 1741. Elisabetta Pretovna, figlia minore di Pietro il Grande, prende il potere al posto del legittimo erede Ivan IV, facendo rinchiudere la madre e il figlio in un’eterna prigionia. D’altronde ha giurato che nel suo regno nessuno verrà giustiziato. Alla sua corte arriva Varvara Nikolaevna, figlia di un polacco, rilegatore di libri. Diventerà una protetta imperiale solo perché suo padre ha avuto il merito di riparare la Bibbia di Elisabetta quando lei era una bambina. Viene però relegata  al guardaroba imperiale, nel Palazzo d’Inverno, perdendo tutte le illusioni che aveva avuto per una vita migliore. Varvara è abbastanza carina da attirare le attenzioni dei soldati di stanza a palazzo, ma se non un giorno non si imbattesse nel conte Bestuzev, cancelliere di Russia, rimarrebbe sempre sotto le grinfie della capocameriera di corte, Madame Kluge. Persona sempre elegante il Cancelliere, è stato o è uno degli amanti di Elisabetta, scorge nella ragazza, fine osservatrice, un animo da spia. La prende sotto la sua ala protettrice e le insegna a trovare e ad aprire cassetti nascosti, staccare, senza lasciare segni, una ceralacca dalla lettere, riconoscere i libri cavi o i bauli con  sottofondi, trovare corridoi segreti. Oltre ad insegnarle il mestiere il conte, approfitta del suo potere, rendendola sua amante a solo 16 anni. Dopo svariati anni al servizio di Bestuzev, le viene affidato il compito di tenere d’occhio la principessa Sofia Anhalt-Zerbst, giovanissima tedesca, scelta da Elisabetta come promessa sposa del quindicenne Peter Ulrich ribattezzato Pietro Fedorovic, duca di Holstein, figlio di sua sorella, nominato principe ereditario. Sofia è molto graziosa, è delicata e nessuno sa che diventerà la futura imperatrice di Russia, Caterina la Grande. Varvara dapprima la spierà per conto della stessa imperatrice, ma rimarrà incantata dalla dolcezza di Sofia e penserà di aiutarla, visto che è in gioco la stessa vita di Sofia in un gioco, in cui tutti i giocatori barano. Vedrà Sofia soffrire molto, per i soprusi sia di Elisabetta che per quelli del marito Pietro. Avrà però l’aiuto inaspettato di Varvara nella scalata al potere che legherà le due donne da una profonda amicizia. Il romanzo racconta con gli occhi di Varvara, la crescita e l’ascesa di Caterina di Russia, prima come una timida e delicata principessa fino a divenire la grande imperatrice che ancora oggi in Russia viene venerata. É un romanzo elegante, le  parole si trasformano in immagini e sembra di trovarsi tra i corridoi del Palazzo d’Inverno, di Oraniembaum e di Carskoe Tselo, fino al nuovo palazzo di Peterhof.  La scrittura dell’autrice avvolge il lettore nella tela della trama tra intrighi di palazzo, tradimenti, amori  e guerre interne. Ci fa tornare indietro nel tempo descrivendo mirabilmente i luoghi dove la corte russa viveva, come a rappresentarci gli ingombranti vestiti dell’epoca, fino all’autorità che i sovrani avevano su tutte le persone. Storia e fantasia sono intessute alla perfezione dall’autrice, che ci regala due personaggi sontuosi, Varvara e Sofia, con uno stile fresco, intelligente, mai ridondante. Si può dire che questo romanzo può essere considerato molto “al femminile”, le protagoniste principali sono in effetti tre donne: Varvara, Sofia ed Elisabetta. E vedremo, nel corso della storia altre figure femminili che verranno tinteggiate dall’autrice, che nonostante il loro ruolo di co-protagoniste, avranno una luce propria. Tra amori clandestini, attentati sanguinari e splendide ricostruzioni storiche, Il Palazzo d’Inverno narra l’ascesa al potere di una delle imperatrici più moderne e amate di Russia: Caterina la Grande. E, illumina, insieme, una straordinaria amicizia femminile: quella tra l’imperatrice e una servetta di corte. Voto: 7,5

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