Anna e
Francesca hanno tredici anni, quasi quattordici, e vivono da sempre a Piombino,
in via Stalingrado, nei casermoni costruiti dalla grande acciaieria Lucchini,
che dà lavoro e morte ai suoi operai. Sognano la bella e ricca isola d’Elba,
così vicina eppure così lontana e inaccessibile. Una mora e l’altra bionda,
sono bellissime e inseparabili fino a quest’età che impone loro delle scelte:
Anna si iscrive al liceo classico e scopre l’amore e il sesso con Mattia,
Francesca frequenta (per poco) un istituto professionale e diventa ballerina di
lap dance in un locale della zona. La loro amicizia si rompe e si ritrovano ad
affrontare la vita da sole, senza padri, assenti (per Anna) o violenti (per
Francesca), con le madri incapaci di reagire. Si ritroveranno solo quando la
vita le avrà sottoposte a prove durissime: l’incidente che rende il padre di
Francesca psichicamente menomato, la morte sul lavoro di Alessio, il fratello
maggiore di Anna; finalmente, partono per raggiungere l’Elba. “Acciaio” è il
romanzo d’esordio di Silvia Avallone e racconta di un’Italia operaia che
sembrava non esistere più, con i suoi abitanti che cercano di risalire la china
senza, spesso, riuscirci, con l’Elba che rimane la meta irraggiungibile.
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