mercoledì 13 febbraio 2019

Recensione - Opinioni di un clown di Heinrich Böll (di Maria Lombardi)


La vicenda si svolge nell'arco di poche ore: Hans, giovane clown, rientra a Bonn dopo una fallimentare performance teatrale durante la quale si è infortunato a un ginocchio; inoltre, è stato abbandonato dalla donna amata, la cattolica Maria, che ha deciso di sposare il borghese Züpfner, mettendo fine alla convivenza quinquennale con il Nostro e, quindi, a una vita fuori dalle regole. In condizioni economiche precarie, inizia una serie di telefonate, che occuperanno tutto il romanzo, a vecchi conoscenti e a parenti per chiedere denaro. Si evince, così, il difficile rapporto con la famiglia, gli “Schnier del carbone”, prima favorevoli al nazismo, al punto da sacrificare la figlia Henriette, arruolata come volontaria nella Flak e spedita così a morte certa, e ora convinti democratici, con la madre che è presidente di una società per la conciliazione dei contrasti razziali. Il romanzo si conclude con Hans che attende Maria, di ritorno dal viaggio di nozze a Roma, cantando ed elemosinando sui gradini della stazione ferroviaria di Bonn. Scritta nel 1963, l’opera è una critica impietosa della società tedesca del secondo dopoguerra, dei suoi ideali borghesi e della sua ipocrisia, del cattolicesimo e del mondo artistico. Il protagonista, attraverso le telefonate, porta in palcoscenico coloro che rappresentano il mondo che lui rifiuta, svelandone ipocrisie e falsità.

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