venerdì 8 febbraio 2019

RECENSIONE – L’uomo di fumo di Steven Price



Londra, 1885. Il romanzo si svolge in piena epoca vittoriana, in una Londra nebbiosa e fumosa, unita da un ponte immaginario con l’ex colonia americana, da uno dei personaggi principali della storia: William Pinkerton, investigatore privato in trasferta a Londra, alla ricerca di una presunta ladra e imbrogliona, tale Charlotte Reckitt, conosciuta anche come Madame LaRoche. Ma non è lei il vero obiettivo di William Pinkerton. Il vero obiettivo è un fantasma, un uomo di fumo: Edward Shade. Da quando suo padre, il famoso Allan Pinkerton, è morto oltre a prendere le redini dell’agenzia investigativa, William ha trovato un file su Shade che era diventato un po’ l’ossessione di suo padre.  Ora è la sua di ossessione. Vuole portare a compimento quello che a suo padre non è riuscito: trovare Shade. Ha seguito Charlotte a Londra perché è a conoscenza di un legame tra i due. Ma le cose a Londra non si mettono bene; dopo averla inseguita e persa sul Ponte dei Blackfriars, il corpo di Charlotte, ovvero i suoi pezzi, vengono ritrovati un po’ qui un po’ là, in vari luoghi di Londra. Noi conosceremo immediatamente Edward Shade, anche se l’autore lo “nasconderà” sotto le spoglie dell’altro personaggio importante della storia: Adam Foole. Adam è un abile trasformista. Sembra un gentiluomo, sempre elegante, nei modi e negli abiti. Viaggia accompagnato dal gigante Fludde e da Molly, una bambina di una decina di anni che passa spesso per sua figlia. Sono una banda di ladri e imbroglioni, ma gli si vuole subito bene e si finisce per parteggiare per loro. Il romanzo è raccontato da William e da Adam su due piani temporali diversi, passato e presente, perché tornando indietro nel tempo si riuscirà a capire il presente e a dissolvere quella nebbia fumosa che avvolge le vite dei due protagonisti. In questo romanzo si può trovare di tutto. É una storia sul crimine, ma anche sull’avventura, la guerra, l’amore e il tradimento. Il continuo passaggio su basi temporali diverse all’inizio può creare nel lettore un po’ di confusione, ma continuando nella lettura si riesce a capire il metodo usato dall’autore di raccontare la storia e soprattutto ha il suo perché. Belli i personaggi di secondo piano: gli agenti di Scotland Yard Shore e Blackwell e il patologo Breck, Fludde e Molly compari di Foole, i due Porter, la stessa Charlotte Reckitt, anche quelli che vengono solo nominati ma che non vedremo mai, come la moglie di William, Margaret e soprattutto il fantasma di Alan Pinkerton e dei suoi agenti sotto copertura nella guerra di secessione americana. Voto: 6,5

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