lunedì 2 settembre 2019

Recensione – La versione di Fenoglio di Gianrico Carofiglio (di Maria Lombardi)





È l’incontro tra il maresciallo Fenoglio, convalescente dopo un intervento all’anca e ormai prossimo alla pensione, e il giovane studente Giulio, reduce da un incidente automobilistico. Sotto gli occhi della fisioterapista Bruna, per la quale Fenoglio ha un debole, i due stringono un legame che va oltre i momenti della cura: Giulio si interessa all’arte dell’investigare, che è fatta soprattutto di osservazione e, attraverso i racconti di Fenoglio, inizia a essere attento osservatore. Nota, infatti, l’interesse di Bruna per il maresciallo e glielo riferisce, mentre a sua volta confida di aver scelto giurisprudenza solo per compiacere la famiglia ma di volere, in realtà, scrivere storie. La trama è debole e abbastanza scontata; qualche caso giudiziario raccontato dal maestro all’allievo, nell’ambito di una cornice, con una probabile evoluzione sentimentale. Sembra un assemblaggio di storie brevi; come dice l’autore in un'altra raccolta di racconti brevi: “In questo lavoro vale il vecchio motto sul maiale: non si butta via niente.”

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