venerdì 6 settembre 2019

RECENSIONE – Il confine di Don Winslow (di Silvia Marcaurelio)



Potrebbe bastare una sola parola per recensire il nuovo capolavoro di Don Winslow: Magnifico! Ma non mi sembra giusto, è troppo poco. Quando sfogli le prime pagine de “Il confine” e ritrovi Art Keller e tutti i suoi fantasmi, sembra ieri che ci si immergeva nelle pagine de “Il Cartello” e che 4 anni tra un libro e l’altro non siano mai passati. Tanto duro e tanto crudo. Nessuno dei protagonisti è completamente innocente, anche lo stesso Keller che ha combattuto tante battaglie in nome di una buona causa e salvato molte vite prendendo decisioni che non sempre l’hanno reso fiero. Quando sei immerso nella lettura sembra di trovarti lì, direttamente nella storia, talmente è ricca di pathos la scrittura con cui l’autore descrive le scene di grande violenza e crudeltà. Nessuno è risparmiato dalla violenza, neanche il lettore, che fa scorta di quelle poche pause dolci e commoventi come può essere una telefonata di un padre ai figli. Il Re è morto, il Re è vivo. Questa è la frase più ricorrente nell’ultimo libro della trilogia dedicata al narcotraffico messicano dall’autore, che ne descrive tutta la forza devastante, la corruzione dilagante, la voglia di vendetta da parte di tutti i suoi protagonisti. Tutti hanno qualcosa di cui vendicarsi e nessuno si fa scrupoli degli innocenti che seguono e subiscono questa sordida lotta passivamente, perché altro non possono fare. Ma i compiti, seppur duri, vanno affrontati e Art Keller non si è mai tirato indietro. Quando in Guatemala, viene ritrovato il corpo di Adan Barrera, il padrino del narcotraffico messicano, il Cartello di Sinaloa, padrone del traffico di stupefacenti, che aveva imposto una “pace” entra nel caos più totale. I figli dei vecchi padrini, i “Los Hijos” sono arroganti, impazienti e vogliono tutto e subito. Potere e soldi, ma soprattutto quello che è stato il trono di Adan Barrera, quello di “El Patron” e non disdegnano di uccidere e farsi la guerra a scapito di tante vittime innocenti. A Keller viene proposto il ruolo di capo della Dea dal Senatore O’Brien, lo stesso che lo aveva accompagnato nelle missioni più segrete, sulle quali Keller era stato costretto a mentire al Congresso degli Stati Uniti. Keller è sempre stato un uomo d’azione e la scrivania non la trova proprio di suo gusto, ma la droga continua ad entrare a fiumi negli Stati Uniti e forse la loro battaglia deve diversificarsi, quindi accetta. Indagando sulla nuova ondata di traffico di eroina tagliata con il Fentanyl, Keller, aiutato dal capo della polizia di New York Mullen e dal suo sottoposto Bobby Cirello, uomini di una onestà assoluta, si infiltrano tra i capi della malavita newyorkese che ha agganci con grandi imprese finanziate dal traffico di droga messicano. Ma i tre scoprono che il mondo della droga sta per raggiungere la Casa Bianca, e Keller sa che dovrà esporsi in prima persona in una battaglia che si rivelerà dura e senza sconti. Il confine è un libro, come ho già detto crudo, spietato e violento. Winslow ci racconta la sua storia in modo perfetto, con una scrittura di grande pathos e accuratezza nei dettagli, ma che resta piacevole e scorrevole, rendendo il romanzo quello che è: un capolavoro. Immergermi nelle pagine de Il Confine mi ha fatto sentire all’interno della storia, delle volte mi ha fatto inorridire, delle volte mi ha fatto indignare e delle volte mi ha fatto commuovere. Ma soprattutto mi ha creato una dipendenza fisica, tanto che non riuscivo a smettere di leggerlo. Il confine ti rapisce e non molla la presa fino all’ultima pagina. Bellissimi i personaggi comprimari che ruotano attorno ad Art Keller. Da sua moglie Marisol, sempre presente al suo fianco e nelle battaglie che Art conduce. Belli i personaggi di Mullen e Cirello. Soprattutto di Cirello. L’ho sentito talmente sofferente che ho parteggiato molto per lui, e ho avuto anche paura per lui. Bello anche il personaggio di Hugo Hidalgo, figlio del vecchio partner di Art, Eddie Hidalgo. Entrato in scena in sordina, prende energia mano a mano che la storia si snoda. Bello ritrovare dei vecchi personaggi che ti erano entrati nel cuore come Nora e Sean, e lo faranno di nuovo. Bellissima la storia di Flor e Nico anche se per l’ultimo il capitolo rimane aperto. Chissà se possa essere un nuovo personaggio di un prossimo romanzo. Comunque Il Confine è consigliatissimo. Va letto sicuramente, anche se è bene leggere gli altri due romanzi precedenti. Voto: 10

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