Inghilterra, XIV secolo. Educata in un
convento, Katherine de Roet, figlia di un araldo fiammingo, a quindici anni
giunge alla corte di Enrico III, al seguito di sua sorella Philippa, damigella
della regina. “Adieu, Katherine cara, adieu”
diceva la tenue voce della piccola suora portinaia del convento di Sheppey nel
Kent che si perdeva attraverso la foschia di quell’alba inglese in un giorno di
aprile della metà del XIV Secolo. La quindicenne Katherine de Roet scortata
dalla madre priora Godeleva, da sorella Cecily e dallo scudiero della regina
Long Will Finch, si apprestava a lasciare il convento dopo ben cinque anni di
permanenza come pensionante. La giovane dai folti capelli rossi, pelle lattea e
liscia era diretta alla corte di Windsor. La buona regina Philippa, moglie
devota del re Edoardo III, era solita occuparsi sempre di bambini rimasti
orfani, in particolare quelli come le giovani de Roet “dei cui padri condivideva la terra d’origine”. Payne de
Roet, araldo della corona inglese, morto in battaglia combattendo per Edoardo
III, proveniva dall’Hainaut, la ricca regione dei Paesi Bassi da cui era
originaria la regina. Presso la corte dei Plantageneti, che brillano come il
sole a mezzogiorno, con “il fascino radioso unito a una
malinconia che scioglieva il cuore” Katherine aveva fatto breccia
nel cuore di molti cavalieri. Anche il prode duca di Lancaster John di Gaunt,
il più valoroso e anche il più bello dei figli del re, sposato alla ricca Lady
Blanche, aveva subito la fascinazione degli occhi grigi della giovane perché
erano uguali a “quelli di una persona il cui ricordo evocava
un dolore vivo in lui”. La vita di Katherine sarebbe stata segnata
dal destino anche perché “dotata di una bellezza fuori
dal comune” che ispirava “un amore appassionato e
sensuale”. Andata in sposa all’“ariete sassone” Sir Hugh Swynford
cavaliere di John di Gaunt, privo di grazie cortesi, soldato astuto e feroce e
insofferente alle regole cavalleresche del leggendario Re Artù, il futuro della
seducente Katherine sarebbe stato accanto al terzogenito di Edoardo, John, duca
di Lancaster, conte di Richmond e Derby, di Lincoln e Leicester. E’ l’epoca di
Geoffrey Chaucer, di splendide residenze reali, di tornei e battute di caccia e
di sfarzosi banchetti. E’ l’epoca della grande epidemia di peste del 1348, la
Morte Nera, che uccide un terzo della popolazione, eliminando a Londra,
l’intera corporazione dei sarti e dei cappellai e di grandi rivolte e tumulti
della popolazione stremata dalla carestia. E’ l’epoca, infine, della più grande
storia d’amore del Medioevo: quella tra Katherine e John di Gaunt, un amore
tormentato, contrastato, scandaloso per l’epoca. Al seguito di John di Gaunt,
Katherine viene dapprima nominata governante ufficiale delle due figlie del
duca di Lancaster e della sua prima moglie Blanche. Alla morte di Blanche,
diviene l’amante ufficiale di John destando scandalo. Nelle cronache dell’epoca
era definita una strega e una prostituta e un demonio e un’incantatrice. Anya Seton, autrice statunitense che amava
l’Inghilterra (il padre era inglese), conosce perfettamente l’ambientazione del
suo romanzo (da molti considerato il suo capolavoro) e la descrive con
sicurezza e abilità. Leggere un libro poderoso come questo, frutto di un lavoro
accurato di ricerche equivale a “una splendida avventura”,
a un viaggio nell’Inghilterra del 1300, in un’epoca storica dominata da
tensioni sociali, lotte per il potere mentre imperversa la terribile Peste
Nera. Sullo sfondo l’occhio acuto di Geoffrey Chaucer, autore de I racconti di Canterbury (prima
opera della letteratura inglese scritta in volgare), figlio di un commerciante
di vini e cognato di Katherine descrive la società che lo circonda. L’epoca
narrata dalla Seton risulta reale grazie anche alla figura della protagonista
che riesce a mantenere intatta la propria identità nel maschilista mondo
medievale. Tutto ciò rende il romanzo emozionante agli occhi delle donne del
terzo millennio che vedono in Katherine “una fonte d’ispirazione, perché
è una donna piena di coraggio e di autostima”. Attraverso lutti,
guerre, adulteri, assassini, abbandoni e ricongiungimenti, la passione tra
Katherine e John di Gaunt, tuttavia, non finirà mai e nel 1396, nella
cattedrale di Lincoln, culminerà in uno sfarzoso matrimonio. Con un ritmo
narrativo e una scrittura che avvincono il lettore, Anya Seton fa rivivere
questa celebre vicenda come fosse accaduta ieri. Voto: 7,5
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