venerdì 11 aprile 2014

RECENSIONE - LA DONNA IMMORALE DI LINDA JAIVIN

"La donna immorale" racconta, la vita romanzata di personaggi realmente esistiti, soprattutto dei due protagonisti, G.E. Morrison e Mae Ruth Perkins. Morrison è un cronista di guerra del "The Times" di Londra quando nella sua vita entra Mae "Maisy" Perkins, figlia di un senatore milionario americano. Siamo nella Cina dei primi del '900, poco dopo la rivolta dei boxer, dove Morrison si è reso protagonista, con coraggio e onore, salvando la vita di molte persone. Sta infuriando il conflitto russo-giapponese per il predominio della Cina nordorientale. Morrison è preso sia dai suoi rapporti da trasmettere sulla guerra (che sembra ci sia, ma non ci sia allo stesso tempo), che dalla sua infatuazione per Mae. Quest'ultima, se da una parte lo fa ringiovanire nel corpo e nello spirito, lo distoglie comunque dal suo dovere. Mae è una donna spigliata, civettuola, diversa per quei tempi e Morrison è ingabbiato dai suoi sguardi e dai suoi modi scabrosi, tranne poi sentirsi svuotato e privo di qualsiasi vigore quando capisce la vera natura di lei. Mae ha un bisogno continuo di recitare una parte che sembra fatta apposta per lei: quella di donna disinibita, dai facili costumi, che fa cadere gli uomini ai suoi piedi, facendo di loro i suoi zerbini, per poi gettargli in faccia la verità. Mae è solo di Mae. Morrison tenterà più volte di lasciarla, di dimenticarla, ma non lo farà mai. Ripenserà spesso alle parole dell'odiato collega Jameson che gli rivelò la vera natura di Mae: "E' una ninfomane calzata e vestita, e lo dimostra con ogni gesto e con ogni respiro. Eppure... la sua abilità nel comunicare felicità è davvero incomparabile. La sua esuberanza, il suo umorismo malizioso, la sua esagerazione teatrale, la sua sensualità, la sua instancabile gioia di vivere è una fonte nobile a cui tutti beviamo." Morrison, continuerà, nonostante le divagazioni con Mae e i suoi continui spostamenti al suo seguito, ad allacciare rapporti lavorativi per cercare notizie dal fronte di guerra in un modo tutto nuovo, osteggiato però, da tutte le parti in causa: cinesi, russi, giapponesi, inglesi e il suo stesso editore del "The Times". Continuerà a dar man forte al suo collega Lionel James, inventore della comunicazione radiotelegrafica, aiutandolo ad ottenere i permessi per recarsi sul fronte di guerra, grazie alle sue conoscenze in alto loco, sia in Cina che in Giappone. E nel frattempo il suo rapporto con Mae continuerà tra alti e bassi, tra gelosie e sogni. Ma alla fine Mae andrà via e Morrison si ritroverà ad aver vissuto come su un palcoscenico di un teatro dove: "Una volta che il dramma è finito, la tragedia, la commedia, di chi si separa e chi si unisce, tutto sparisce come in un sogno." Morrison riuscirà a diventare consigliere del primo presidente della repubblica cinese, si sposerà all'età di 50 anni con la sua segretaria di 23 anni. Nei sette anni di matrimonio riusciranno ad avere tre figli, prima della loro morte a distanza di poco tempo. In Cina, Morrison è ancora ricordato come un personaggio coraggioso ed onorevole. Ne "La donna immorale" si tenta di romanzare una storia realmente esistita come ho già detto in apertura. La Jaivin è stata un'abile ricercatrice e la storia di fondo è molto accurata, ma il romanzo in se non decolla mai. Ci sono alcuni spunti interessanti, ma questo non fa dello scritto un bel libro, ma solo un tentativo poco riuscito. Voto: 6

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