Come al solito i libri
di Nicolas Barreau sono estremamente deliziosi, e delicati. Hanno una sorta di
aulicità che ci accompagna durante tutta la lettura, seppur questa volta,
molto, molto breve. Infatti il libro è diviso in due parti. Il vero racconto
nella prima parte, e il ricettario del vero amore secondo lo stesso autore.
Sono in effetti le sue ricette preferite. L’autore è un fine gastronomo e in
tutti i suoi libri accosta l’amore al cibo. Diciamo che questo romanzo è un po’
uno spin-off (come dicono quelli bravi) de “Gli ingredienti segreti
dell’amore”. Infatti il protagonista di questa storia è Henri, che non è altro
che il nonno Aurelie, la protagonista de “Gli ingredienti segreti dell’amore”.
Lui è un tipo abbastanza impacciato. E’ uno studente timido e la sua vita viene
scoperchiata in un baleno dall’apparizione nel suo stesso corso all’università
di Valerie, che è il suo esatto contrario. Estroversa e bellissima, una forza
della natura, solare e sorridente. Ha un unico difetto, agli occhi di qualcun
altro non per Henri, arriva sempre in ritardo. I due giovani si conosceranno e
impareranno a condividere il loro amore per la letteratura, infatti nel
racconto ci sono alcune citazioni di autori francesi. Henri ci metterà due
secondi per innamorarsi di Valerie, mentre lei sembra sempre essere presa da
qualcos’altro, soprattutto dai libri e dalle storie che raccontano. Henri gode
della compagnia della ragazza, senza però osare sperare in una evoluzione del
rapporto, soprattutto quando Valerie sarà costretta a seguire i genitori in una
vacanza sulla riviera ligure. Tornerà a Parigi quasi scossa, ma con la storia
di un fidanzamento con un uomo più grande, un uomo d’affari, un buon partito, un
seduttore proprietario di uno yacht. Come può opporsi a questo Henri? Il
ragazzo reagisce evitandola del tutto e coniando per il suo rapporto con lei
una sua parola. Non amore sicuramente, ma nemmeno amicizia, quindi “amourté”.
Parola che racchiude una condizione che spesso gli innamorati non corrisposti
si trovano a vivere pur di stare vicini alla persona amata. Ma un giorno ad un
mercatino sulle rive della Senna, su una bancarella di libri usati, trova un
piccolissimo ricettario del XVI Secolo, di uno speziale italiano. Tra le varie
ricette e pozioni c’è anche l’elisir dell’amore eterno. Henri pensa bene di
utilizzarlo su Valerie e quindi la invita a cena a casa del suo inquilino
Georges, con l’intento di farle bere l’elisir. Unica testimone del piano è la
gatta nera Coquette. Ma per una volta Valerie non è in ritardo, anzi è
puntualissima e questo cambierà quanto pianificato alla perfezione da Henri, ma
alla fine non modificherà il finale della serata. Come al solito Barreau non mi
delude se non per la brevità della storia. Troppo corta, quasi solo un racconto
più che un libro. Voto: 7 (la brevità ha notevolmente inciso sul voto finale).
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