martedì 13 gennaio 2015

RECENSIONE – Le belve di Don Winslow



Su questo romanzo ho letto diversi pareri. Chi lo ritiene bellissimo, chi invece non ha accettato il cambiamento dello stile narrativo di Winslow. Io ho trovato Le belve, certamente diverso dai precedenti romanzi dell’autore, ma comunque un libro veloce, con capitoli brevissimi che scorrono senza sosta, e soprattutto, senza noia. Winslow, in questa nuova avventura, utilizza un linguaggio molto giovanile, ricco di parolacce e molto dettagliato, soprattutto nelle scene di sesso. Per chi non amasse il genere, non è sicuramente il libro adatto. Molto spesso l’autore si rivolge direttamente ai lettori, con frasi comiche e taglienti che rendono la lettura anche simpatica. Lo stile narrativo nel complesso mi ha convinto, risultando molto cinematografico (in effetti Oliver Stone ne ha tratto un film uscito nel 2012). Iniziamo subito a conoscere i personaggi principali: Ben, Chon e O. (che sta per Ophelia). Di contro attraverso flashback e azioni al presente anche i personaggi che gli fanno da contorno: il messicano Lado, la Reina Elena, il poliziotto corrotto Dennis. Ben è un ragazzo geniale. E’ un economista figlio di due psicoanalisti figli dei fiori. E’ una macchina da soldi ed è l’inventore della migliore “maria” in commercio nella California a due passi dal Messico. E’ anche un buddista convinto e soprattutto fautore di molte opere di beneficenza nei paesi del terzo mondo, dove non manda soltanto denaro, ma provvede ad andare di persona a costruire con le proprie mani le opere di bene. Chon non è un asiatico, come sembrerebbe dal nome, ma un tipo che ama dissertare sull’etimologia delle parole e crearne di nuove, tra cui anche il suo nome. Ex militare dei Seal, è stato in Afghanistan ed ha provato sul suo corpo la guerra. E’ uno che lascia parlare i fatti e non le parole, e si integra perfettamente con Ben. O. è il diminutivo di Ophelia. Lo ha ridotto semplicemente alla sua lettera iniziale perché lo sente più grande dell’affetto ricevuto da piccola, ma anche per la fine che ha fatto l’Ophelia nell’Amleto di Shakespeare. Lei non ha nessuna intenzione di finire annegata. E’ innamorata di entrambi i suoi uomini. La storia di per se è molto semplice.  Tutto sarebbe facile e bello se il Cartello del narcotraffico messicano non si fosse messo in testa di ridurre la ditta B & C a dei semplici fornitori, sottraendogli oltre al prodotto anche la clientela. Per convincerli che l’affare va fatto gli spediscono un video dove vengono mostrate sette decapitazioni.  A Ben e Chon restano due alternative: incassare i dividendi e ritirarsi di buon ordine o accettare la sfida in campo aperto e prepararsi alla battaglia senza esclusione di colpi. Ma in gioco non ci sarà solo la loro impresa commerciale, ma la loro stessa vita e quella di Ophelia. La storia è dunque, come già detto, semplice. L’azione pura arriverà solo nelle scene finali. La parte iniziale sarà dedicata con dovizia di particolari alla caratterizzazioni dei protagonisti resi benissimo dalla penna dell’autore. Meticolosa la descrizione dei cartelli del narcotraffico, sinonimo di una forte conoscenza dell’argomento. Un romanzo particolare, rapido, coinvolgente. L’autore riesce, con l’uso di capitoli brevi e brevissimi, a mantenere accesa l’adrenalina. Un noir coinvolgente, da leggere fino all’ultimo respiro lasciandosi travolgere dalla scrittura veloce e sincopata di Winslow. Voto: 7/8.

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