Io e quest’autrice non riusciamo
proprio ad andare d’accordo. Della prima serie, quella dei “Contratti” il primo
poteva essere anche considerato bellino, dopo di che, tutto mi è sembrato
sempre lo stesso brodo, fatto di stereotipi sugli italiani, sui loro gusti e
sulle loro origini, tutto sbagliato... Secondo la Probst la Bergamo di oggi
sembra la Sicilia dei primi del ‘900. Fratelli dispotici, matrimoni combinati,
e le donne che devono sottostare ai padroni uomini. Ma va là… Ohi Jennifer…. Ma
in che mondo vivi??? Questo nuovo romanzo, è autoconclusivo, in attesa della
nuova serie che uscirà a momenti. (Ma perché?) Anche in questa nuova storia la
signora non resiste ad inserire per forza qualcosa di “italiano”… Ama talmente
tanto il nostro paese, ma secondo me non ci è mai stata, tanto da cadere in
stereotipi molto, molto fastidiosi. La storia è molto semplice. Giovanni
Luciano (toh un rifermento al Padrino!) detto Gavin, è un pubblicitario di
successo che torna all’ovile per aiutare la “famiglia” in difficoltà. Il
ristorane Casa Mia sta fallendo e serve qualcosa di nuovo per tirarlo su. Mentre
si spertica a cercare buona pubblicità Gavin si ritroverà a gambe all’aria in
men che non si dica. Una sera senza troppe aspettative entra nel suo locale la
sua ex, Miranda Storme, ora critica gastronomica di successo, che stronca il
suo locale senza pietà e non senza ragioni. Però la cattiva recensione di
Miranda ha un che di vendetta, perché Gavin l’aveva lasciata in lacrime tanto
tempo fa. Ma Gavin non si dà per vinto. Appena l’ha rivista il cuore ha
ricominciato a battere forte e la rivuole per se. Tanto tempo prima ci aveva
rinunciato perché pensava di poterne fare a meno, scoprendo subito che non era
così. Quindi comincia un serrato corteggiamento a suon di mazzi di fiori, di
pranzi sontuosi e cannoli siciliani, condito il tutto con alcune frasi celebri
di Frank Sinatra, messe qua e là dal padre di Gavin, Archimede Luciano. Oltre
alla conquista di Miranda, Gavin dovrà fare i conti con la sua vita presente e
futura. Lasciare o accettare la promozione che gli consentirà di diventare
socio della Società Pubblicitaria dove lavora? Il problema è perdere di nuovo
Miranda e rinunciare ad uno dei suoi sogni. Ma ha importanza il sogno di tanto
tempo fa? Cosa è più importante per lui ora? Molto più romance che erotico, il
libro ha la sua grande pecca nei falsi stereotipi sull’Italia e sugli italiani,
che ricorrono in tutto il libro. Sinatra, il nome Luciano, mi fa pensare un po’
troppo allo stereotipo sulla mafia = italia = italiani, cosa che ho trovato
molto irritante. Il fatto che la famiglia di Gavin faccia un po’ quello che
vuole, tipo il padre che fuma i sigari nel locale mentre gioca a carte, non è
molto istruttivo e soprattutto sembra una macchietta un po’ troppo tirata… mica
siamo nel medioevo qui in Italia… anche qui è da un po’ che non si fuma nei
locali signora Probst!!! Come al solito mi sento molto mal disposta verso
queste storie e forse non le apprezzo fino in fondo. Ma d’altronde che c’è da
apprezzare? Un harmony costa meno e di solito è fatto meglio. I personaggi sono i soliti stereotipi usati
in questi libri. Lui bello da mozzare il fiato che appena lo vedi le gambe ti
fanno giacomo, giacomo, però come al solito macho, con atteggiamenti da
dominatore incallito. Lei bella da morire, che ha sofferto per colpa sua e lo
odia a morte, rimangiandosi tutto dopo una decina di pagine, dove lui è diventato
un’altra persona, piena di buoni principi. Il lieto fine è il classico di
questi libri, ma i protagonisti fanno ben presto a dimenticare il passato e a
dare seconde e terze possibilità, perché come al solito, ci sarà sempre
qualcosa o qualcuno che quasi alla fine tenterà di mettere i bastoni tra le
ruote alla coppia affiatata, ma alla fine l’amore trionferà … Fosse vero! Voto:
4
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