lunedì 13 luglio 2015

RECENSIONE – Chicago Stars. Il gioco della seduzione vol. 01 di Suzan Elizabeth Phillips



Ho letto questo libro in formato elettronico … e ci ho messo una vita e più. Ma non è stato solo il formato, è stata anche la pochezza del contenuto del libro che non mi attirava più di tanto. Amo i romance. Sono una romanticona per natura, ma questo libro è molto banale. Proprio povero. Comincia tutto ad un funerale. Il morto era un uomo molto ricco, ma privo di sentimenti per qualsiasi altra persona che non se stesso. Davanti al suo feretro ci sono entrambe le figlie, una è un’adolescente dimessa, timida e silenziosa, l’altra è una bomba sexy svampita, che si è addirittura portata dietro il barboncino bianco nella borsa, e il suo amante,  un fotomodello ungherese. Il signore in questione era il proprietario di una squadra di football americano, composto da omoni enormi (come se non lo sapessimo che i giocatori di football devono in qualche modo essere degli uomini ben piazzati). Per un incidente il cagnolino si spaventa e comincia a scappare a destra e manca fino ad arrivare a defecare sulla bara, la scena più bella di tutto il libro. Dopo questo incidente tornata a casa, Phoebe, questo il nome della protagonista, si ritrova tra il mutismo e il rifiuto della sorellastra Molly, e l’avvocato del padre che preme di vederla per le disposizioni testamentarie. Il padre, per farle un ultimo dispetto, consegna nelle sue mani la squadra di football dei Chicago Stars, lei che di sport non ha mai capito nulla, e soprattutto è una che non vuole avere nulla a che fare con quell’eredità, per di più provvisoria, visto che se non riesce a raggiungere determinati risultati, dopo 6 mesi le dovrebbe subentrare l’odiato cugino, Reed, quello che da piccola le faceva le peggiori angherie, anche a sfondo sessuale. Dopo essere scappata per qualche tempo, lasciando la squadra in alto mare, con una miriade di decisioni da prendere, Phoebe viene rintracciata dall’allenatore dei Chicago Stars, Dan Calebow. Ex giocatore, ora allenatore in rampa di lancio, che la considera una puttanella sfacciata, visto la nomea che lei si porta dietro. Ma lei è tutto, meno quello che sembra. La sua è solo una facciata per allontanare qualsiasi uomo dalla sua vita. Non cerca contatti con nessuno. D’altronde dopo quello che ha subito da adolescente gli unici uomini che sono stati nella sua vita sono gay, come Viktor. Ma a Dan Calebow, volente o nolente, Phoebe serve … il campionato si avvicina e lui ha bisogno della firma di quella che reputa, la più stupida e oca tra tutte le donne, più della sua ex moglie. Ma, ma mano a mano che i due si frequentano (eh sì alla fine Phoebe si adatterà ad eseguire le volontà paterne, ed anche di più mettendosi alla guida dei Chicago Stars), cominceranno a capirsi e ad apprezzarsi. Phoebe si renderà conto che Dan Calebow non è solo muscoli, Dan d’altro canto scoprirà che anche Phoebe è in possesso di un cervello, e che quello che fa è solo una rappresentazione per indurre gli altri a scappare di fronte a lei. Come spesso accade, il ruolo che le è stato affidato finisce con lo spingerla a tirare fuori il meglio di sé. E se i completi più conservatori prendo il posto dei look più sexy e sfacciati, la vediamo usare corpo e cervello con consapevolezza e lucidità, equilibrio e coerenza. Comunque tra varie incomprensioni, sesso, ma neanche troppo, musi lunghi, litigi e cani con i fiocchi, tra partite di football, con qualche gergo tecnico, che per chi non è pratico si fa fatica a seguire, si imbastisce la storia d’amore tra i due protagonisti, che finiranno allegramente insieme a godersi l’esistenza, con tre quattro pargoli da gestire. E vissero tutti felici e contenti. Voto: 3

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