Partiamo dal presupposto che
prendendo il libro da una bancarella mi sono accorta dopo che era parte di una
serie e che c’erano due uscite precedenti a questo, e che quindi sono partita
con il piede sbagliato. La storia base del libro non è per niente male, ma il
libro in sé è troppo lungo e ripetitivo in alcuni dettagli. Questo sarebbe il
terzo libro della serie relativa al detective Will Trent, e forse per questo
motivo, tante cose mi sono sembrate avulse. Will Trent è un personaggio
alquanto singolare, sicuramente è un belloccio, anche se ha una cicatrice sul
viso, sembra più un avvocato, che un poliziotto. In effetti è un poliziotto
fuori da ogni canone. Ha dei problemi di dislessia non diagnosticati e quindi non sa leggere. Ha
un passato poco felice. Ha passato tutta la sua vita in orfanotrofio e lì ha
conosciuto sua moglie Angie Polanski. Entrambi sono diventati poliziotti. Ma se
lui è un tipo accomodante, lei è una mangia uomini, quindi le cose tra di loro
non vanno esattamente bene. Ad accompagnare Will c’è la sua collega Faith
Mitchell. Lei al contrario di Will è tutt’altro che accomodante. E’ piena di
pregiudizi nei confronti del suo collega, ma sta imparando ad apprezzarlo,
comprese le sue stranezze di cui nessuno è a conoscenza, se non lei e il loro
capo. In una strada di campagna due anziani signori si trovano coinvolti in un
incidente stradale. Quello che all’inizio sembra loro un cervo è una donna.
Quello che i medici che la soccorrono, notano immediatamente, è che questa
donna è stata brutalmente torturata. Ha delle ferite più o meno profonde in
tutto il corpo, di cui un taglio molto profondo al costato, e ha sicuramente
subito violenza; è denutrita e disidratata. Ha segni di legature ai polsi e
alle gambe. Will cerca di aggirare la polizia locale e inserirsi nell’indagine,
provocando un putiferio, ma il suo intervento sul luogo del crimine gli fa
scoprire la caverna dove la donna, Anna, è stata trattenuta. Dai primi
accertamenti sul luogo, Will ritiene che le donne rinchiuse in quel posto
orribile erano due, e in effetti trovano un cadavere su di un albero. Da qui
cominciano le indagini, lunghe e laboriose. Will e Faith non hanno nulla tra le
mani, e i poliziotti di Rockdale non collaborano affatto. La paziente è in
stato di incoscienza e non sanno chi sia, e l’altra è morta e anche se ha un
nome non può certo collaborare. La trama è complessa, ma è ben costruita, non
fosse, come ho già detto per le continue ripetizioni sugli stati di salute di
entrambi i due investigatori. I capitoli si snodano attraverso le fasi delle
indagini, dove appaiono nuovi personaggi, principali e secondari, regalandoci
una panoramica di quello che possono essere le diatribe tra le varie forze di
polizia, sottigliezze e recriminazioni a livello dipartimentale, che possono
velocizzare o rallentare un’indagine. Lo stile non è mai circostanziale, ma
sciolto e sarcastico, dettagliato e fluido, che riesce a trascendere nel
personale, senza mai penalizzare i fatti che si succedono durante tutto il
romanzo. A differenza dei molti gialli americani, qui i due protagonisti li
possiamo definire “umani”. Hanno entrambi le loro debolezze, che forse ci
vengono messe davanti fin troppo. Will non sa leggere, non riconosce la destra
e la sinistra, e mi sono chiesta spesso, come un tipo del genere possa essere
arrivato a fare l’agente di un reparto speciale di polizia. L’accademia come
l’ha frequentata??? Faith ha i suoi
problemi di salute, oltre ad essere incinta scopre di essere diabetica, tanto
da aver bisogno dell’insulina, ma tende a non accettare la sua condizione
addirittura rifiutando di andare da una specialista. Ok, la sua vita
incasinata, ma addirittura non trovare uno spiraglio di tempo per andare dal
medico, mi sembra esagerato. In sintesi, il romanzo è ben scritto, tranne le
lungaggini e le ripetizioni che ne rallentano un po’ il ritmo, però ha una
trama che regge, interessante ed intrigante. Prima di questo, consiglierei di
leggere gli altri due precedenti, soprattutto per conoscere la storia passata
di Will, di cui qui, si sente la mancanza almeno per far luce su alcune delle
sue vicissitudini. Voto: 6+
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