mercoledì 1 luglio 2015

RECENSIONE – Pilgrim di Terry Hayes



Pilgrim è il romanzo d’esordio di Terry Hayes, ma in questo caso esordiente non significa principiante. Hayes è uno sceneggiatore di Hollywood, di quelli di razza. Logico che il romanzo non poteva che beneficiare dei tanti anni passati a intessere dialoghi e trame. Pilgrim è un romanzo che si fa fatica a catalogare in un genere letterario. Inizia come un thriller, vira verso lo spionaggio internazionale, passa al giallo e finisce con il filone dei drammi apocalittici.  Per miscelare tutti questi aspetti è necessario conoscerne gli ingredienti di base, che in questo libro sono tutti presenti. Hayes è capace di legare gli elementi classici dei generi dimostrando che per sfornare un buon libro, non si deve per forza cercare l’originalità. Iniziamo con il tema del thriller. Il libro si apre con un omicidio quanto meno insolito, nessun indizio, solo un cadavere di una donna immersa nell’acido, quindi resa irriconoscibile da un killer astuto. Proseguiamo con lo spionaggio. Ecco apparire sul luogo del delitto un ex agente CIA, che in un momento di stasi della sua vita, aiuta un suo conoscente sulla scena del delitto. Ed ecco il giallo. Un apparente suicidio, sulle coste turche, è legato indissolubilmente all’omicidio negli Stati Uniti. Anche il suicidio è stato architettato nei minimi dettagli, proprio per nascondere un altro omicidio. Arriviamo al dramma apocalittico. Cosa già vista, e rivista, ma non per questo meno avvincente: Cosa può esserci di meglio di una minaccia di contaminazione attraverso un virus inarrestabile? Sembrano parti di diversi libri, invece è uno solo, sistemato ben bene nella trama che consta di 800 e passa pagine. La trama è arzigogolata, ma è coerente e agevole da seguire. Non mancano momenti in cui si rimane increduli, ma non durano molto, e non riescono a tagliare il filo conduttore su cui si regge la storia, anzi, ci sono delle trovate ottime. Ma non è certo tutto qui. Pilgrim non è un libro che si regge esclusivamente su una trama bene congegnata. Il romanzo scorre, senza mai appesantirsi o indurre alla distrazione. Hayes è un maestro nel creare  la storia e far restare il lettore incollato alle pagine, capitolo dopo capitolo, sino al climax finale, è come se ti mettesse con le spalle al muro e ti dicesse: leggi! Ci sono delle parti del libro che ho amato, molto. In un libro che va di corsa come questo, ha delle parti riflessive fantastiche, dove l’azione è tenuta in disparte e prevale l’approfondimento dei personaggi, la scrittura resta agile e piacevole. In poche parole è la suspense che ti costringe ad andare avanti pagina dopo pagina, ma è la bella scrittura che ci fa provare godimento nel farlo. Pilgrim si apre con una finestra su New York, dove un detective sta indagando su un omicidio complicato: il corpo di una donna è stato ritrovato immerso in una vasca da bagno colma di acido. Insieme al detective, nella stessa camera c’è un altro uomo, autore di un libro su molti delitti irrisolti, e dal quale l’assassino ha preso parecchi spunti per farla franca. L’uomo è una spia, il suo nome in codice è Pilgrim. Lo spunto per iniziare è proprio l’omicidio che apre il libro che ci porterà ad una trama molto più ampia di quella di un semplice poliziesco che ci si aspetta all’inizio. In un attimo ci ritroviamo in un arco temporale post 11 settembre, con i terroristi alla riscossa contro gli Stati Uniti. Il libro, come ho già detto, è scritto bene e non annoia, anche grazie ai numerosi flashback che ci aiutano a conoscere i protagonisti, con il clou nella più classica delle cacce al terrorista che uccide persone innocenti senza nessun apparente motivo. La trama si snoda attraverso culture e sentimenti diversi. Il punto di forza del libro sono proprio i  personaggi che Hayes è riuscito a creare: una spia veterana, un integralista islamico, una killer che non lascia tracce, se non i cadaveri di chi uccide ed infine un tenente della polizia, eroe dell’11 settembre. Sembra un’accozzaglia di personalità, ma una volta che si inizia a leggere il romanzo, tutto combacia e torna al suo posto, e si scopre che ognuno dei personaggi, ricopre un ruolo fondamentale nella storia, e l’assenza potrebbe creare un buco nero all’interno della trama. Altro punto di forza è il ritmo del libro, serrato nella maggior parte del racconto, compassato e riflessivo nell’introspezione dei personaggi. Hayes ci regala una tale suspense da farci divorare le pagine una dopo l’altra per scoprire la fine della storia. Lo stile è scorrevole, e il libro è un piacevole intrattenimento. E’ una storia classica, di lotta tra il bene e il male, ma è grazie al mix, riuscitissimo dei protagonisti implicati, e al ritmo scorrevole della narrazione che Hayes riesce a regalarci un buonissimo libro. Molto più spy-story che giallo-thriller, quindi consigliato molto più ai sostenitori del primo genere, che del secondo. Voto: 8

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