martedì 28 giugno 2016

RECENSIONE – Il Cartello di Don Winslow


Ultima “fatica” di Don Winslow, ma è una fatica spesa bene! Il Cartello, seguito del già acclamato “Il potere del cane” è un libro eccezionale. E’ un insieme di generi letterari, li tocca tutti e li sconvolge anche. E’ un noir, un thriller, un action. E’ un qualcosa che potrebbe essere considerato l’inizio di un genere tutto nuovo.

Winslow ci racconta, con maestria, un nuovo episodio della guerra tra i cartelli del narcotraffico messicano. Ci travolge con una “marea” di personaggi indimenticabili, e con la sua scrittura a tratti adrenalinica, con valanghe di aneddoti e atrocità sulla guerra al narcotraffico degli ultimi venti anni. Perché di guerra si può parlare. Una guerra che si può paragonare a quella che si combatte oggi contro il terrorismo di Al Qaeda, ma con molto meno clamore. Uno dei conflitti che ha fatto più morti che la Guerra Civile Americana. Più di 100.000 morti, più di 22.000 persone scomparse nel nulla. Questo perché la richiesta di droga è infinita, come il suo consumo, come ci dice lo stesso autore all’inizio della storia: “Le cose non cambieranno mai, finché esisterà questo insaziabile appetito per le droghe … Il cosiddetto problema messicano della droga, è in realtà il problema americano della droga. Non esiste venditore senza un compratore.” Ritorna quindi Art Keller. Torna per forza, lui non vorrebbe. Lo ritroviamo apicoltore in un monastero messicano, dove si era ritirato alla fine del precedente episodio, provato da tutte quelle morti che si sentiva sulla coscienza. Art viene richiamato in servizio quando ad Adàn Barrera viene concesso di ritornare in Messico. Sembrerebbe un carcere di massima sicurezza, ma Adàn è un uomo potente, vive da nababbo, protetto dai suoi scagnozzi e fa affari all’interno del carcere, e riesce persino a trovarsi una donna. Intanto fuori, infuria una guerra tra i vari Cartelli che si voglio appropriare di tutto il traffico. Conosceremo il Cartello del Sinaloa di Barrera, quello del Golfo e il gruppo del Los Zetas, ex soldati divenuti narcotrafficanti. La fuga di Adàn spingerà la DEA a riportare in campo keller, l’unico che è riuscito a catturare, precedentemente, Barrera. Keller ha promesso a Barrera che lo avrebbe ucciso, e lo stesso ha fatto Barrera con Keller. E’ guerra aperta anche tra i due. C’è tutto in questa storia, non ci viene risparmiato nulla. Sadismo, torture, gente fatta letteralmente a pezzi o bruciata viva. Il tutto ispirato ad episodi di cronaca realmente accaduti. Inoltre, Winslow ci descrive alla perfezione i meccanismi perversi  della politica messicana, della corruzione della polizia che appoggia un Cartello o un altro, la militarizzazione delle forze dell’ordine e i loro soprusi. La terribile condizione dei giornalisti che rischiano la vita tutti i  giorni, costretti anche a scrivere il nulla per non morire. E la disperazione di tante persone, costrette a vivere in un continuo assedio, fino all’abbandono delle proprie case. Paesi diventati fantasma, con le assi di legno alle finestre. E chi cerca di fermare il fenomeno, con molta difficoltà e con molti caduti. Il bello di questa storia è che Winslow riesce veramente a comporre una trama, seppur complessa, intrecciando centinaia di informazioni in una narrazione molto scorrevole e ricca di pathos. I personaggi, nonostante le poche descrizioni fisiche risultano essere più vivi che mai. Il Cartello è un pugno diretto allo stomaco, un romanzo crudo e violento, ben architettato, ben costruito, con tutti i tasselli nel posto giusto. E’ “il romanzo” che vorresti chiudere dopo un minuto per il colpo al cuore che riesce a darti immediatamente, ma che sei anche costretto a riprendere per seguire l’evoluzione della storia, sempre tifando per i buoni. Ma esistono per davvero i buoni in questa storia? Voto: 9

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