Andrea Scotto è
un fotografo quarantenne, scapolo, senza figli, incapace di relazioni stabili.
La sua vita sregolata viene sconvolta dalla richiesta della sorella Marina,
sposata e madre di due figlie (e di un bassotto!), che lo invita per un weekend
a prendersi cura del moribondo padre, ex comandante di navi, con il quale ha
sempre avuto un rapporto conflittuale. Andrea accetta controvoglia ma decide di
infrangere le ferree regole che vorrebbe imporgli la sorella e accontenta il
padre, che vorrebbe passare il fine settimana a Procida, dove la famiglia ha
vissuto fino alla morte della madre. Il ritorno nell’isola farà rivivere il
passato anche attraverso il lavoro di Andrea, che ritrova il quaderno in cui
descriveva l’immagine non fotografata poiché aveva esaurito il rullino della
sua prima macchina fotografica. Il passato cambierà il volto del presente e gli
eventi drammatici saneranno relazioni da tempo compromesse. Andrea troverà il
suo equilibrio e, finalmente, maturerà una scelta di vita, scoprendone il
senso. Non a caso, a qualsiasi domanda che gli viene rivolta, il protagonista
risponde con un’altra domanda: “In che senso?”. Il romanzo è inferiore ai
precedenti di Marone, la trama è più debole e il lettore può fare facili
previsioni sul finale. La lettura del giovane autore napoletano è, comunque,
sempre piacevole.
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