Un vuoto un pieno è una saga
familiare. La famiglia che viene raccontata è quella dell’autrice stessa. Una storia
che va a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Una storia tutta italiana (o
quasi) che si riempie piano piano di protagonisti con il passare del tempo e
che ha inizio con i capostipi della famiglia, il bellissimo Giuliano e la
napoletana Giuseppa, strappata ai suoi familiari da quello che poi si rivelerà
un libertino. Ma gli uomini a quel tempo sono burberi e le donne faticano e
sudano per mantere unite le famiglie, anche se poco di questo sacrificio viene
riconosciuto. Sono le donne i veri cuori forti della famiglia e della storia.
Giuseppa che morirà di crepacuore lasciando solo il figlio Adolfo, che non si
sentirà mai il benvenuto nella nuova famiglia del padre e preferirà seguire i
suoi sogni, fino a ritornare e a sposare quella che sarà per lui la sua fortuna,
Maria Italia, vera protagonista del racconto. Storia carica di sofferenze e
sacrifici, quando per vivere bisognava sbarcare il lunario e contare anche gli
spiccioli, soprattutto se, come Maria Italia, si aveva un marito sognatore come
Adolfo, che aveva sognato l’America, ma che il mal di mare lo aveva fatto
desistere e tornare a casa. Storia di un’Italia che fu. Quella tra le due
guerre mondiali, e della marcia su Roma, fino alle porte degli anni sessanta,
gli anni della nascita dell’autrice. Maria Italia Lanzarini è riuscita a
raccontarci la sua storia nella storia con delicatezza e proprietà di
linguaggio, con scorrevolezza di stile, che ci invita a leggere per seguire,
capitolo dopo capitolo, quello che i protagonisti, come attori di un film
vecchio stampo, continueranno a recitare. Maria Italia Lanzarini tesse una
storia delicata e autentica delle antiche radici della sua famiglia, una
famiglia italiana come tante, fondendo i ricordi agli accadimenti storici e
politici del periodo raccontato. Voto: 7,5
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