mercoledì 12 marzo 2014

RECENSIONE - POLVERE DI PATRICIA CORNWELL

Ventunesimo romanzo della serie della anatomopatologa Kay Scarpetta. La ritroviamo in casa, malaticcia e preoccupata. Benton suo marito non c’è è impegnato nella caccia di un serial-killer. E’ un po’ “acciaccata”, sia per la salute malferma, sia per il dramma da poco vissuto, una strage in una scuola elementare in Connetticut. Ma a svegliarla (alle cinque del mattino) ci pensa Pete Marino, da poco licenziatosi dal CFC per riprendere il suo lavoro in polizia. Un cadavere di una donna è stato ritrovano in prossimità dei campi sportivi dell’MIT, il Massachussetts Institute of Technology. Si suppone sia Gail Shipman, ingegnere informatico, che aveva intentato una causa milionaria ad una società di intermediazione finanziaria che aveva mandato in fumo tutti i suoi risparmi. Ma la posa del cadavere, ed altri indizi portano Kay Scarpetta a pensare che non è un delitto “per caso”, ma è collegato ai delitti su cui sta indagando suo marito, e che conosce bene per avergliene parlato e per aver visto della documentazioni sul caso, anche se non avrebbe dovuto. Il caso di Benton è relativo ad un serial Killer a cui è stato dato il nome di Capital Killer. Lo stesso Benton è convinto che qualcuno di molto potente lo stia proteggendo e non lo voglia catturare. La stranezza del caso, sta nel fatto che le vittime siano tutte ricoperte da uno strato di polvere iridescente che ai raggi UV diventa rossa sangue, verde smeraldo e blu elettrico. kay si troverà al cospetto di qualcosa di ben più grosso di un caso di omicidi seriali: crimine organizzato, alte sfere governative corrotte, droghe sintetiche e nuove tecnologie. Uno scenario di dimensioni immani, imprevisto, pericoloso. Non sono molto entusiasta di questo romanzo, come del resto mi capita spesso con gli ultimi romanzi della Cornwell. Troviamo una Scarpetta trasfigurata. Paurosa, lagnosa, isterica quasi. Io che l’avevo idealizzata come una persona abbastanza fredda, atletica, quasi algida. Che non si faceva scuotere da nulla e nessuno. Non mi è piaciuto il libro organizzato in una sola giornata. In sole 24 ore. Mi sembra quasi assurdo che indagini così si svolgano con questa velocità. Ogni tanto una pausa umana a questi personaggi bisogna pur farla fare. Insomma troppo tutto insieme, in un miscuglio che delle volte si fa fatica a comprendere. Ottima, comunque la caratterizzazione dei personaggi. Sono stanchi, oppressi forse dal mestiere che svolgono. Sembrano snaturati. Come se le vicende terribili di cui sono sati protagonisti avessero tolto loro una parte di umanità. Li ho sentiti al limite della patologia mentale. Mi sono detta che la salvezza, se per Pete Marino può arrivare da una certa ruvidità di carattere, per Key e Benton può scaturire solo dal profondo legame affettivo che li unisce. Voto: 6 -

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