lunedì 26 maggio 2014

RECENSIONE - IL POTERE DEL CANE DI DON WINSLOW

“Il potere del cane” è un grande romanzo sul narcotraffico, sulla mafia, sulla corruzione e sulla voglia di redenzione di alcune persone e il lento discendere all’inferno di altre. E’ un romanzo terrificante e colmo di tristezza, di un’intensità che non concede un solo attimo di tregua. Un ritratto perfetto dell’inferno e della follia morale che lo accompagna. E si tratta di storie che sono realmente accadute, anche se qui romanzate. Cose vere e terribili. E’ il secondo romanzo pubblicato di quest’autore, paragonato a James Ellroy a cui lo accostano sia le tematiche trattate, sia le dinamiche narrative anche se le ultime risultano meno compulsive, più pacate. Non potete aspettarvi una lettura politicamente corretta, la saga triennale del narcotraffico sudamericano è rappresentata con ogni dettaglio, senza fare sconti a nessuno. Nel corso dell’opera Winslow getta semi tra le righe che produrranno pagine di un’indimenticabile bellezza, ma anche di rara efferatezza. Assisteremo a torture fisiche e psicologiche, ignobili ricatti, esecuzioni di infanti, uomini fatti a pezzi e conflitti a fuoco, che vedono coinvolti politici corrotti, poliziotti corrotti, poliziotti per bene, famiglie mafiose, killer, prostitute, mogli devote, bambini innocenti, in un caleidoscopio di equilibri precari che si alterano a causa di donne dal grande fascino o per testimonianze di una spia. Emergono figure difficili da dimenticare, come padre Parada, il killer Callan e la prostituta d’alto bordo Nora. Ma tra le tante spicca quella di Art Keller, agente della DEA di stanza in Messico, un buon boxeur, grande incassatore, il tipo di pugile che i messicani prediligono. Lui è uno Yanqui, un mezzo messicano… sua madre lo era per davvero. Mentre viene messo a riposo dai suoi diretti superiori che non lo sopportano e supportano proprio per il fatto di non appartenere ne ad un etnia ne all’altra, durante un incontro di pugilato improvvisato, incontra le persone che gli animeranno e sovvertiranno la sua esistenza: i fratelli Adàn e Raul Barrera, nipoti dell’insospettabile Miguel Angel Barrera, a quel tempo in carica come capo della lotta al narcotraffico. Invece i tre muovono i fili del principale cartello dello spaccio verso gli Stati Uniti, la “Federacion”. E Barrera senior non si fa scrupoli di utilizzare Art, dandogli molliche, per appropriarsi del tutto, del giro degli altri narcotrafficanti. I suoi nipoti Adàn e Raul sono tutt’altra cosa. Adàn è tanto intelligente quanto suo fratello è un vero cowboy, letale e feroce. Quando Adàn scopre che il mercato dell’eroina è in fase di stallo, indirizza tutta l’attività delle varie “Federaciones” di cui diventa capo, sulla vera ricchezza del Messico: l’estesissimo confine che li separa dal sud degli Stati Uniti. Da quel momento ogni chilo di coca che proviene dalla Colombia e che sfugge ai “disattenti” agenti federali, è tassato dai Barrera che vedono crescere in modo esponenziale la loro supremazia. Altri argomenti vengono trattati nello scorrere della storia. Trovano approfondimento i rapporti della Federaciones con la mafia italo-americana, la farsa del trattato del libero scambio di merci, denominato NAFTA, la struggente parentesi storica del devastante terremoto del 1985, l’attività della teologia della liberazione, portata avanti dai cosiddetti preti rossi, con i suoi martiri e le devastanti operazioni militari segrete che fecero milioni di morti con l’assenso dei molti. Chi ha un’infarinatura di questi argomenti sa quanto siano inquietanti gli intrecci che CIA, DEA e vari signori della droga, imbastirono a spese dei contribuenti nel tentativo di sfiancare  le continue e minacciose insurrezione dei “rossi”, soprattutto quando queste avvenivano ad un tiro di schioppo dagli Stati Uniti. Art Keller, da buon incassatore subisce numerosi attacchi, anche dai suoi più stretti collaboratori, e si ritrova sempre più alle prese con le sue tre S, Sei Sempre Solo, nel senso che può contare solo su se stesso, soprattutto quando si imbatte per caso nelle varie operazioni Cerbero e Nebbia Rossa, che coinvolge il vertice dell’establishment degli Stati Uniti. Lascia la famiglia per il lavoro, acutizza ed esaspera la sua battaglia tristemente personale, lasciandosi alle spalle una miriade di vittime innocenti che, oggetti di spietate vendette, fanno una fine atroce. Questo libro è stato catalogato come uno dei noir più potenti degli ultimi anni. Non ci sono personaggi che possono essere definiti positivi e Don Winslow ci racconta magistralmente, non la solita e scontata battaglia del bene contro il male: a fronteggiarsi e allo stesso tempo frequentarsi, sono due entità esiziali, che lasciano il lettore ed Art Keller con l’atroce dubbio che la sua fazione non rappresenti il male minore. Epico. Voto: 8,5

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