Diciassettesimo romanzo della
antropologa forense Temeperance “Tempe” Brennan. Questa volta la troviamo alle
prese con degli orrendi omicidi che non trovano spiegazione. Niente tracce,
niente cause di morte, niente di niente. Orribili questi omicidi che fanno
molto rumore, perché le vittime sono tutte ragazzine adolescenti.
Apparentemente non ci sono indizi ed assassini da ricercare, ma Tempe in coppia
con il detective Slidell riescono comunque a trovare qualcosa; una labile
traccia di DNA che porta ad un nome angoscioso e a storie terribili di casi
passati, quello di Anique Pomerlau. Questo nome riporta nella vita di Brennan
il fantasma del “liutentant” della omicidi canadese Andrew Ryan. Già … Ryan. La
polizia del distretto di Charlotte-Maklenburg e i federali americani,
vorrebbero che Ryan collaborasse alle indagini. Lui che era stato a pochissimo
dalla cattura della Pomerlau e che conosceva a memoria tutti gli aspetti delle
passate indagini svolte in Canada. Tempe è “costretta”, quindi, ad andarlo a
cercare addirittura in Costa Rica, dove il nostro si è sepolto dopo la morte
della figlia in un isolamento da eremita. Dovrà ritrovarlo e riportarlo alla
vecchia vita e dovrà anche fare in fretta, prima che la Pomerlau uccida di
nuovo. Insieme a Ryan, l’antropologa forense inizierà un cammino lungo e
pericoloso a caccia di una terribile e feroce criminale. Il ritorno di Ryan
permetterà alle indagini di scorrere più veloci e di aggiungere altri tasselli
di assoluta importanza. Scritto molto bene, anche questo capitolo della saga
non delude. Interessante la scelta di legare la trama di questo libro ad un
altro episodio (Morte di lunedì) che vedeva protagonista, ma come vittima, la
stessa Anique Pomerlau. Nonostante i tanti episodi la Reichs rimane ai livelli
di sempre per trama, struttura e scrittura della storia, cioè molto alti. L’intreccio
giallo funziona benissimo e tiene incollato il lettore fino alla fine. I
personaggi di contorno arricchiscono la trama e non sono solo delle macchie
indistinte o di passaggio. Bello e divertente il personaggio della madre di
Tempe, esperta hacker e molto carino il riferimento alla serie televisiva “Bones”
tratta proprio dai libri della Reichs. Finale con il colpo di scena che mi
lascia in sospeso e decisamente incuriosita. Speriamo, quindi, che esca presto
il n. 18. Voto: 7,5.
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