Sulle ali dell’entusiasmo del
libro precedente (Il testimone) ho preso in mano questo altro crime-romance
della Roberts. E la volete sapere una cosa? Quasi, quasi (anzi togliamo i
quasi) la preferisco scrittrice di questo genere che dei romance veri e propri.
Nonostante la trama non abbia nulla di così spiccatamente originale, è talmente
ben costruita e ben scritta da tenere il lettore incollato alle pagine del
libro. E per questo, nemmeno la mole, molto corposa (più di 600 pagine) di
questo romanzo, riesce a spaventare. La storia è questa qui. Ignatius “Nate”
Burke è un ex poliziotto della omicidi di Baltimora. Accetta un incarico come
capo della polizia di Lunacy, piccola cittadina in Alaska, per fuggire dalla crisi
causata dal recente divorzio e dal trauma, ben più grave, per la morte del suo
partner sul lavoro, per la quale si sente in parte responsabile e non riesce a
darsi pace. Dopo mesi di colloqui con psicologi e assunzione di farmaci, decide
di allontanarsi da Baltimora e “seppellirsi” a Lunacy, sotto una routine fatta
di scontri tra vicini, alci ed orsi che scorazzano nei cortili, liti
domestiche, ubriachi di turno, scazzottate tra fratelli e problemi legati ad
eventi atmosferici. I primi giorni nella cittadina sono talmente tranquilli che
è attanagliato dai sensi di colpa e dalla depressione ed il freddo ed il buio
in cui è immersa Lunacy in pieno inverno, non aiutano. In più deve cercare di
evitare la focosa Charlene, padrona dell’albergo-ristorante che lo ospita, di
non essere travolto dallo spazzaneve guidato dallo scontroso ed inospitale
Bing, e di non urtare la sensibilità della sua segretaria Peach. Finché
all’improvviso a trarlo d’impaccio e soprattutto a riaccendere in lui una
fiammella di speranza, interviene Meg Galloway. Lei è una pilota di aerei da
trasporto, bella e sfacciata, spericolata
al punto giusto e molto, molto indipendente. E’ capace di volare nelle
zone più impervie dell’Alaska e nelle situazioni climatiche più difficili. Meg
è anche la figlia di Charlene e di Pat Galloway, un hippie scomparso nel nulla
sedici anni prima. Proprio il ritrovamento del corpo congelato di Galloway, in
una grotta sulla montagna Senza Nome, con una piccozza per il ghiaccio
conficcata ancora nel petto fa precipitare la situazione nella cittadina,
scuotendola nel profondo e spingendo l’assassino, rimasto nascosto per tutto
quel tempo, ad uccidere di nuovo. Questa seconda morte, nonostante tutto, viene
catalogata dalla polizia di stato, come un suicidio, ma Nate non è convinto e
soprattutto vuole esaudire il desiderio di Meg: trovare il vero assassino del
padre; quindi inizia un’indagine solitaria contro tutto e tutti. E’ la
scintilla che lo fa rinascere e lo rimette in gioco e anche l’attrazione
iniziale per Meg subisce un notevole cambiamento diventando qualcosa di più
profondo e stabile, nonostante le rimostranze iniziali di lei. Finale
romantico e scontato a parte, questa è
la storia di un uomo a cui è data una seconda possibilità, ma sta a lui
coglierla al volo e sciogliere il ghiaccio nel suo cuore come nel disgelo della
primavera in Alaska, ritrovando la complicità di una donna e quella dell’intera
comunità come in una grande famiglia, in un segnale di speranza, segno
tangibile, che dopo le tenebre ci può essere sempre la promessa della luce.
Bellissimi i paesaggi descritti dalla Roberts in un Alaska fredda e buia, con
ghiaccio e neve dappertutto come il cuore di Burke, e la seconda Alaska quella
del risveglio primaverile, con i fiumi che straripano e i ghiacci che si
rompono, che descrivono oltre che la rinascita della natura anche la rinascita
dello stesso Burke. Bellissima Meg, degna compagna. Donna forte, plasmata
dall’ambiente ostile in cui è abituata a vivere, è pronta ad imbracciare il
fucile per proteggere chi ama, come i suoi cani. Facile all’irritazione ma allo
stesso tempo capace di notare la tristezza negli occhi di Nate. Attirata anche dalla sua propensione al comando, è l’unico che riesce a dargli degli ordini, si
innamorerà di lui perché “è abbastanza folle da poter funzionare”. La Roberts , di nuovo, non mi
delude. Voto: 7,5
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