venerdì 27 marzo 2015

RECENSIONE – SATORI di Don Winslow



Torna Nikolaj Hell. Torna ma non dalla penna di Trevanian, il suo creatore. Ma torna dalla penna di Don Winslow a cui gli eredi hanno dato il là per scrivere il seguito di Shibumi, il capolavoro di Trevanian. In Shibumi avevamo trovato un Nikolaj Hell che viveva nei paesi baschi, e che si era già lasciato alle spalle il suo lavoro da killer professionista. In Satori di Winslow torniamo indietro nel tempo, quando Hell nasce nella sua nuova vita di killer mercenario e professionista. Nikolaj è rimasto rinchiuso per tre anni in un carcere americano in Giappone, dopo aver ucciso il suo patrigno Kawashima. E’ stato sottoposto a torture sia fisiche che mentali, ma la CIA ha bisogno di lui. Viene quindi liberato e addestrato per una missione segreta. Diventare Michel Guibert, trafficante d’armi francese. Per questo conosce Solange, donna misteriosa, che oltre ad insegnargli a diventare un vero francese, condivide con lui un rapporto molto più stretto ed intimo. Il suo incarico è quello di uccidere l’alto commissario sovietico Vorošenin a Pechino. La CIA non sa che Hel ha un conto aperto con Vorošenin, che ha distratto tutti i beni della madre di Nikolaj, la contessa Ivanova. Hel oltre ad aiutare gli americani, ha quindi anche il modo di vendicare sua madre. Ma quello che lo fa decidere ad accettare una missione che potrebbe essere suicida è la promessa da parte dell’Agente Haverford di poter uccidere i suoi  torturatori e di ritrovare Solange, di cui si è innamorato. Atterrato in Cina, mette in atto la sua recita, quella preparata dagli americani. Lui è Michel Guibert, figlio di un trafficante d’armi, e trafficante a sua volta. Nel suo corso della storia, ci sono molti personaggi, che lo aiuteranno o lo ostacoleranno nei suoi intenti. La seconda parte del romanzo si apre con Hel/Guibert in fuga, da tutti. Sia dai cinesi, per l’uccisione del loro torturatore preferito Khang, sia dagli americani che lo credono un doppiogiochista, sia dai russi perché ha ucciso Vorošenin. Il personaggio cambia, cresce e si evolve nel corso degli eventi, la descrizione dei pensieri, delle azioni e dei dubbi è scrupolosa, alla maniera di Winslow, che entra in profondità nel personaggio e gli taglia e cuce la storia addosso. Hel è molto influenzato dal suo passato, ma le persone che lo accompagnano in questa avventura lo spingono verso un cambiamento, da cinico e crepuscolare, ad avventato e passionale. L’amore per la bellissima Solange finirà per dettare ogni suo passo, dando ai nemici l’opportunità di tendergli una trappola mortale. Il periodo storico è quello della guerra di Corea, con figure politiche di spicco in attrito tra di loro e immischiate in affari piuttosto loschi. L’azione si svolge tra la Cina e il Vietnam, dove Nikolaj dovrà dare prova di essere un giocatore impeccabile, cercando di anticipare le mosse del nemico. Come per lo Shibumi di Trevanian, anche il Satori di Winslow ha una difficile collocazione. E’ un romanzo complesso, intricato e affascinante. Winslow non fa rimpiangere Trevanian, e raggiunge il suo scopo anche discostandosi dai suoi temi cardine. Più generi in uno stesso romanzo, come detto, rendono difficile classificare quest’opera così raffinata, che proprio per la sua varietà, è capace di dare molte emozioni. Winslow vince quindi la sfida. Quella di esser riuscito a riproporre un personaggio come Hel, senza scadere e senza farci storcere la bocca. Anzi ricreandone perfettamente lo stile, che regge perfettamente il confronto con l’originale. Voto: 8

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