lunedì 6 gennaio 2014

RECENSIONE - CHIUSO PER LUTTO DI GIANNI SIMONI

Il modo di scrivere di Gianni Simoni è un po' cambiato negli ultimi romanzi.
Si inizia a particolareggiare i caratteri più intimi dei due personaggi più importanti il Giudice Petri e il Commissario Miceli. Soprattutto del buon Petri, alle prese con problemi di natura sentimentale. Ama sua moglie, ma in questo periodo ha bisogno di conferme, dettate soprattutto dalla sua presunta vecchiaia, e quindi non disdegna di essere considerato un bell'uomo e nemmeno le avances di ogni bella donna nelle sue vicinanze.
Abbiamo invece il buon Miceli, fresco di pensionamento, che per un errato calcolo di bonus universitari, si ritrova catapultato di nuovo al lavoro, con in più da risolvere il problema della convivenza con Grazia Bruni, nuovo commissario. Non sa che pesci prendere il povero Miceli, nemmeno quali saranno le sue mansioni precise.
Le prime cento pagine ci parleranno di questo. 
Sarà come al solito il Giudice Petri a scatenare, senza volerlo, una serie di fatti che si concateneranno fra di loro.
Troviamo tutto il gruppo, dopo questa introduzione, ad indagare sull'uccisione di due persone entrambe conosciute dal Giudice Petri. Le vittime brutalmente assassinate sono un macellaio ed un anziano professore. Dal macellaio il giudice andava ogni giorno per comprare tagli di carne più o meno pregiate e ad occhieggiare la moglie dello stesso, molto avvenente e sensuale.
Con il professore, anche lui cliente del macellaio, il giudice stringe una particolare amicizia, nata dalla solitudine e dalla povertà del professore, ma soprattutto dalla sua dignità. L'ex Giudice si lascerà coinvolgere sempre più nelle indagini e nella sequenza di eventi, dove intrighi, tresche amorose, ritorsioni private, possibili tradimenti e sensi di colpa, dovranno essere riordinati come tessere di un puzzle, per capire se tra i due delitti ci siano legami e cosa li abbia scatenati.
Tutto sembra portare verso un colpevole preciso, ma non ci sono certezze, ed anche gli investigatori sono in crisi. Petri sente il bisogno di capire la dinamica di entrambi i delitti, perché anche lui di certezze non ne ha più.
Simoni fornisce a tutti i suoi personaggi - dalle vittime ai carnefici, fino agli uomini di legge - una dimensione psicologica dalla quale emergono le contorte macchinazioni che animano le menti umane e che spesso portano le persone, comprese quelle che sembrano le più indifese e insospettabili, a compiere gesti impensabili.
A rendere serrata e claustrofobica la caccia all'assassino e a incupire l'animo di Petri è la stessa Brescia, permeata da una pioggia costante, da un'umidità che si insidia ovunque mescolando le prove e da un pungente gelo che penetra nei cuori delle persone, fino a renderle insensibili al dolore.
L'umanità di questo thriller è ambigua. Caratterizzata in alcuni casi da una doppia personalità che vive in corpi unici nei quli in alcuni casi è la parte malvagia a prendere il sopravvento.
Chiuso per lutto è un giallo scorrevole e dinamico, nel quale il giudice Petri, nonostante la pensione e la lunga carriera lavorativa non smetterà mai di stupirsi che le persone non sempre sono quelle che sembrano a prima vista.
Voto: 7+

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