Cecilia Rose Honeycutt nasce in una
famiglia non proprio perfetta. Suo padre è sempre assente, sua madre è una
squilibrata, ma CeeCee, questo il suo nomignolo, resiste, e si conquista la
vita come può. CeeCee prova la vergogna e la
rabbia di non avere una mamma normale: la sua è una madre psicotica, persa in
un mondo interiore fatto di rabbia per il tempo trascorso accanto ad un marito
assai più anziano che l'ha privata della bellezza e dei sogni della giovinezza.
Dall'altra, abbiamo il rimorso di questa forte, fortissima undicenne che lotta
per non aver saputo accettare la madre così com’era. Ma come poteva fare? Una
ragazzina, anche negli anni Sessanta, era pur sempre una ragazzina, sola ed
emarginata. Sono i libri gli unici amici di CeeCee, le storie il suo unico rifugio: un
mondo fantastico scoperto grazie a Miz Odell, la vicina ottantenne il cui
pranzo della domenica ha il sapore di una famiglia vera. CeeCee
Honeycutt vive questa esperienza devastante della malattia della madre, lasciata
sola dal padre ad affrontare una simile situazione. Passa dallo stupore dei
primi sbalzi di umore della madre alla triste consapevolezza della sua
alienazione dalla realtà, al rifiuto della malattia fino all’odio per quella
persona che l’ama comunque tanto, ma che le rende complicata l’esistenza. E
mentre questo odio si fa strada nella piccola, la madre è vittima di un
incidente, che lascia la ragazza orfana e con dei sentimenti aperti e
irrisolti. Oltre a tutto questo, pesante è il rifiuto di suo
padre. Sa che lui ha un’altra donna, ma il suo rifiuto di occuparsi di lei dopo
la morte della sua mamma la irrigidisce nei confronti di un padre che non ha
mai amato, perché un padre non lo è mai stato, e l’ha lasciata da sola nel
momento peggiore della sua breve vita. Comincia così un nuovo capitolo nel
Libro della sua Vita, come le spiega Mrs Odell. Messo qualche romanzo in
valigia, CeeCee parte con la bizzarra zia Tootie alla volta di una lontana
città del Sud. Là, sarà accolta da un mondo variopinto e profumato tutto al
femminile: da Mrs Goodpepper - che crede nel karma e nel kamasutra ma anche in
qualsiasi rimedio anti-età, - a Oletta, la cuoca di colore, che custodisce
gelosamente la ricetta dei suoi favolosi dolcetti alla cannella. Un mondo
pronto ad amarla e a proteggerla. E ad aiutarla a trovare la sua strada, la più
luminosa possibile. Soprattutto la zia Tootsie e Oletta avranno un ruolo
taumaturgico nella vita di Cecilia. L’anziana domestica nera della zia che vive
in un’immensa villa del sud, Oletta, è l’anima concreta della vicenda: è colei
che con la massima semplicità e la concretezza della vita vissuta porta CeeCee
a riflettere su ciò che ha fatto e su ciò che vuole ottenere dalla vita. L’autrice
usa un linguaggio semplice e immediato, arrivando subito al cuore dei suoi
lettori con una scrittura sobria e veloce che permette di divorare il romanzo
in poco tempo lasciando dietro una sensazione di buono come l’odore del pane
caldo o dei biscotti appena sfornati. L’odore è uno dei cinque sensi che
servono alla Hoffman per demarcare anche in maniera tangibile il cambio di vita
che avviene nel passaggio territoriale dal freddo Nord al caldo Sud, dalle
tonalità di grigio a un’esplosione di colori, dalla mancanza di calore umano
alla partecipazione di tutto un quartiere, fatto di personaggi strani,
strampalati, eclettici ma che sanno donare e donarsi incondizionatamente. Più di tutto, mi ha colpito l'eccezionale bravura
dell'autrice di riuscire a trasmettere le sensazioni provate da CeeCee. Cecilia
Honeycutt, narra la sua storia in prima persona. In questo caso, la prima
persona narrante è stata la scelta migliore e più felice per un romanzo che,
con una diversa forma, avrebbe perso quell'impatto emotivo fortissimo che mi ha coinvolto sin dalle prime pagine. Una
storia squisita, fatta di sentimenti e persone semplici, quel tipo di varietà
umana che, anche se è colpita da tragedie e sofferenze, anche se deve far
fronte a ostacoli che sembrano insormontabili, riesce a rendere tutto più
facile. Un romanzo ottimistico per ambientazione, argomenti trattati, modo di
presentarli e sensibilità di narrazione delle situazioni anche tragiche. L’autrice ha
cercato di descrivere il cambiamento di CeeCee in poco più di quattro mesi: da
bambina disadattata e rancorosa ad adolescente curiosa, che ha ancora paura
della vita ma che ha compreso ormai che nel mondo non vi è solo dolore e
derisione, ma anche bontà, affetto gratuito e “sorellanza”, soprattutto tra le
donne in questo libro. E' un libro questo, che può apparire sdolcinato e
consolatorio, ma non lo è: è una storia che affascina, che commuove e fa
sorridere, che non può lasciare indifferenti. E che spiega come dal dolore si
può tornare a vivere, ed essere più forti. Perché, come dice (più o meno)
Camille, la madre di CeeCee: "E' il
modo in cui affrontiamo ciò che viviamo che ci rende le persone che
siamo". Voto: 8
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