giovedì 9 gennaio 2014

RECENSIONE - ULTIMA SCENA DI CHARLAINE HARRIS



Settimo libro della saga di Aurora Teagarden, la bibliotecaria detective creata dalla penna di Charlaine Harris. Aurora “Roe” Teagarden la ritroviamo ad un anno esatto dalla perdita di suo marito, l’adorato Martin, a condurre una vita non vita, col solito lavoro in biblioteca, la solita messa domenicale, i soliti pranzi e cene con fratelli, nipoti e cognati acquisiti con il matrimonio della madre con John Queensland. Questa monotonia viene interrotta dall’arrivo a Lawrenceton  di una compagnia cinematografica che girerà un film TV tratto dal best seller di Robin Crusoe, amico di Roe e corteggiatore di un tempo. Robin trasferitosi a Hollywood ha sfruttato un’esperienza vissuta a Lawrenceton qualche anno prima, in compagnia di Roe. L’assassino che aveva allora ucciso tante persone e aveva messo sotto scacco un’intera cittadina. Molti avevano sofferto di quegli eventi, ed una era stata la stessa Roe. Tutta la cittadina vive in uno stato di entusiasmo e impazienza, vogliono tutti essere coinvolti, tutti tranne Roe che questa storia del film non l’ha proprio mandata giù. Certo è contenta di rivedere Robin, dopo che lui si era trasferito ad Hollywood lasciandola sola con una storia a metà. Tanto più che il suo ruolo, anche se lei non ha dato l’opportunità di usare il suo vero nome nel film, verrà interpretato da Celia Shaw, stellina nascente di Hollywood, recente vincitrice di un Emmy Award, e attuale compagna di Robin. Tra alti e bassi e difficili decisioni da prendere, come al solito, Roe si ritroverà volente o nolente al centro dell’attenzione. Tutti la cercano, tutti la vogliono incontrare e conoscere, anche Celia Shaw con scopi non proprio nobili, quelli di inquadrare il suo personaggio. Roe non fa altro che sfuggire a tutto il circo mediatico che insegue la troupe e le riprese, ma sembra che ci sia una tela di ragno in cui è rimasta intrappolata e non riesce ad uscirne. Celia Shaw il secondo giorno di riprese viene trovata morta nel suo camper, con la statuetta del suo Emmy accanto, sporco di sangue. Molti potrebbero essere i colpevoli di questo omicidio. Da Robin che era stato lasciato, dal figliastro di Roe, Barrett figlio di Martin, che aveva appena passato la notte con lei, e da altre persone di contorno che per invidia o per altro avevano un motivo per ucciderla. Anche Roe stessa. Tutti innocenti e tutti colpevoli fino a prova contraria. Finché anche a Roe non riceverà una lettera minatoria e qualcuno cerca di ucciderla. Nel frattempo Roe riuscirà a far luce su quello che vuole dalla sua vita, anche grazie a Robin, quasi riprendendo la loro storia da dove l’avevano lasciata anni prima. Metterà in vendita casa Julius, troppo grande e vuota per lei da sola e diventata come un mausoleo da quando Martin è morto. Tutti i personaggi sembrano avere qualcosa a che fare con la morte di Celia Shaw, anche se molte delle congetture portano ad un nome che potrebbe essere quello giusto, una fan di Robin Crusoe. Ma l’epilogo ci farà scoprire ben altro.  Le trame imbastite dalla Harris sono ben scritte, un po’ lente all’inizio, e forse un po’ troppo frenetiche nelle ultime pagine, ma nel contesto il libro è gradevole e scorrevole e la trama del thriller si inserisce perfettamente nella vita giornaliera di Lawrenceton. Solito appunto alla casa editrice, che fa pagare i suoi libri a peso d’oro: Ma un correttore prima di mettere il libro in stampa? Si trovano una quantità inusitata di errori di battitura, che per un libro non è certo un vanto! Voto al libro: 6,5 Voto alla casa editrice/stampa: 2

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