Settimo libro della saga di
Aurora Teagarden, la bibliotecaria detective creata dalla penna di Charlaine
Harris. Aurora “Roe” Teagarden la ritroviamo ad un anno esatto dalla perdita di
suo marito, l’adorato Martin, a condurre una vita non vita, col solito lavoro
in biblioteca, la solita messa domenicale, i soliti pranzi e cene con fratelli,
nipoti e cognati acquisiti con il matrimonio della madre con John Queensland. Questa
monotonia viene interrotta dall’arrivo a Lawrenceton di una compagnia cinematografica che girerà
un film TV tratto dal best seller di Robin Crusoe, amico di Roe e corteggiatore
di un tempo. Robin trasferitosi a Hollywood ha sfruttato un’esperienza vissuta
a Lawrenceton qualche anno prima, in compagnia di Roe. L’assassino che aveva
allora ucciso tante persone e aveva messo sotto scacco un’intera cittadina.
Molti avevano sofferto di quegli eventi, ed una era stata la stessa Roe. Tutta
la cittadina vive in uno stato di entusiasmo e impazienza, vogliono tutti
essere coinvolti, tutti tranne Roe che questa storia del film non l’ha proprio
mandata giù. Certo è contenta di rivedere Robin, dopo che lui si era trasferito
ad Hollywood lasciandola sola con una storia a metà. Tanto più che il suo
ruolo, anche se lei non ha dato l’opportunità di usare il suo vero nome nel
film, verrà interpretato da Celia Shaw, stellina nascente di Hollywood, recente
vincitrice di un Emmy Award, e attuale compagna di Robin. Tra alti e bassi e difficili
decisioni da prendere, come al solito, Roe si ritroverà volente o nolente al
centro dell’attenzione. Tutti la cercano, tutti la vogliono incontrare e
conoscere, anche Celia Shaw con scopi non proprio nobili, quelli di inquadrare
il suo personaggio. Roe non fa altro che sfuggire a tutto il circo mediatico
che insegue la troupe e le riprese, ma sembra che ci sia una tela di ragno in
cui è rimasta intrappolata e non riesce ad uscirne. Celia Shaw il secondo
giorno di riprese viene trovata morta nel suo camper, con la statuetta del suo
Emmy accanto, sporco di sangue. Molti potrebbero essere i colpevoli di questo
omicidio. Da Robin che era stato lasciato, dal figliastro di Roe, Barrett
figlio di Martin, che aveva appena passato la notte con lei, e da altre persone
di contorno che per invidia o per altro avevano un motivo per ucciderla. Anche
Roe stessa. Tutti innocenti e tutti colpevoli fino a prova contraria. Finché
anche a Roe non riceverà una lettera minatoria e qualcuno cerca di ucciderla.
Nel frattempo Roe riuscirà a far luce su quello che vuole dalla sua vita, anche
grazie a Robin, quasi riprendendo la loro storia da dove l’avevano lasciata
anni prima. Metterà in vendita casa Julius, troppo grande e vuota per lei da
sola e diventata come un mausoleo da quando Martin è morto. Tutti i personaggi
sembrano avere qualcosa a che fare con la morte di Celia Shaw, anche se molte
delle congetture portano ad un nome che potrebbe essere quello giusto, una fan
di Robin Crusoe. Ma l’epilogo ci farà scoprire ben altro. Le trame imbastite dalla Harris sono ben
scritte, un po’ lente all’inizio, e forse un po’ troppo frenetiche nelle ultime
pagine, ma nel contesto il libro è gradevole e scorrevole e la trama del
thriller si inserisce perfettamente nella vita giornaliera di Lawrenceton.
Solito appunto alla casa editrice, che fa pagare i suoi libri a peso d’oro: Ma
un correttore prima di mettere il libro in stampa? Si trovano una quantità
inusitata di errori di battitura, che per un libro non è certo un vanto! Voto
al libro: 6,5 Voto alla casa editrice/stampa: 2
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