Terzo libro di questa giovanissima scrittrice. Il
rocchetto di madreperla, potrebbe essere sia un romanzo storico, vista
l’ambientazione nell’ottocento inglese, che un romanzo fantasy, visto l’argomento
trattato. Siamo a Londra nel 1880. Il protagonista è Lord Hugo Farquhar, che
nel tentativo di salvare da morte certa suo fratello minore John, l’unica
persona per cui prova dei sentimenti, decide di stringere un patto con il
diavolo. Anzi più che altro di giocarci una partita a bridge. Sa per certo che
non sarà proprio il diavolo a giocare con lui, ma che manderà i suoi
sottoposti, perché certamente non può sprecare il suo tempo per una semplice
partita di carte. Il diavolo ha ben altro da fare e Hugo lo sa bene. Dai suoi
studi ha scoperto che il diavolo nel suo tempo libero ama ricamare, ma usa un
filo speciale. I ricami non sono altro che i fili della vita di un uomo e
quando questi vengono terminati e il filo tagliato, l’uomo muore. Il motivo della
richiesta di Hugo è quella di entrare in possesso del rocchetto di filo che
contiene la vita di suo fratello John, un rocchetto come tanti altri, con un
filo particolare. Per giocare la partita bisogna per forza essere in cinque,
quindi Hugo coinvolge altre persone. Lydia Van Leyden, prostituta sanguinaria,
il giovane Lord Nightingale che considera Hugo il suo mentore, la sua perfetta
antitesi il dissoluto Lord Vyvyan Rosebery e un drammaturgo di dubbio successo,
Gregory Carlston. Ognuno di loro vuole qualcosa, e quale migliore opportunità
di una partita a bridge con i sottoposti del diavolo? Alla porta di Hugo si
presentano quindi Alastor il Vendicatore, Azazel il portatore di devastazione,
Behemoth il Leviatano, Belfagor il lussurioso e un ultimo raffinato visitatore,
creatura umana di apparenza ma insieme così innaturale. I cinque riusciranno a
vincere la partita a bridge fra sogno e realtà, ma i diavoli si congederanno da
loro con un monito: “Non pensiate che ogni vittoria sia veramente tale”. Ritroviamo
Lord Farquhar a Venezia nel 1895. Tre giocatori della famosa partita a bridge
sono morti. Il loro sangue è stato versato in base alle loro richieste. Due
soltanto sono i sopravvissuti. Il rocchetto di madreperla, fonte della vita di
John Farquhar, è ancora nelle mani di Hugo. John è sempre allo stremo delle
forze, non c’è cura per la sua tisi allo stadio finale, l’unica cosa che lo
tiene in vita è proprio il rocchetto nelle mani di Hugo. Intanto a Oxford, il
professor Edgar Martens, amico di Lord Farquhar, e uomo di dubbia moralità,
invia a Venezia il brillante Sterling Maynard, studioso di Tiziano. Con la
scusa dei suoi studi, visto che Hugo Farquhar è un grande conoscitore di
Tiziano, Sterling dovrà comunicare al professor Martens delle notizie sullo
stesso Lord per scoprire il perché sia partito per Venezia, lasciando la
politica e la sua posizione di rilievo a Londra. Martens è un uomo che
approfitta della sua posizione di rilievo per ricattare i facoltosi studenti
della sua università, pretendendo da loro un pagamento in natura.
Sfortunatamente per lui, Sterling Maynard si ritroverà invischiato in
un’avventura tra sogno e realtà insieme proprio a Lord Farquhar. Il romanzo si
presenta scorrevole e capace, nei particolari, di ricreare alla perfezione le
atmosfere ottocentesche a cui abbiamo attinto dagli scrittori del tempo.
Contemporaneamente è capace di tenere attenta la curiosità del lettore,
paragrafo dopo paragrafo, che vuol conoscere il mistero. Il romanzo è molto
buono, completo e ben strutturato. Consigliato per chi vuole trovare qualcosa
di nuovo. Voto: 7,5/8
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