lunedì 31 agosto 2015

RECENSIONE – Le ali della vita di Vanessa Diffenbaugh



Secondo romanzo di Vanessa Diffenbaugh, il primo mi era piaciuto molto e sinceramente avevo un po’ paura di questo secondo romanzo. Soprattutto quando si viene strombazzati a destra e a manca con un battage pubblicitario da far paura. Le conferme d’altronde sono molto più difficili degli esordi. Ma invece no. Questo romanzo è stata la conferma che la Diffenbaugh è una brava scrittrice. Le ali della vita è una storia che parla di amore: materno, filiale, adolescenziale, ma tutti, tutti veri. Letty è la sua protagonista, imperfetta in ogni suo aspetto. E’ una donna di trentadue anni e l’inizio del romanzo ce la fa vedere proprio con tutta la sua imperfezione, è su un’autostrada che guida ubriaca alla ricerca di sua madre Maria Elena. Non vuole perderla perché lei non è mai stata capace di fare la madre. E in effetti proprio in quel momento i suoi due figli, Alex di 15 anni e Luna di 5, sono soli a casa addormentati. Ma Letty non pensa ad altro che ad andare a recuperare sua madre, è la cosa sicuramente più importante perché lei non sa come sono i suoi figli. Letty riuscirà a raggiungere sua madre e suo padre in Messico, ma verrà respinta da quest’ultima, deve tornare a casa ad occuparsi dei suoi figli,  prendersi le sue responsabilità. Letty si sentirà smarrita. Scoprirà di non conoscere per nulla i suoi figli, dalle cose più semplici come i loro gusti, alle loro abitudini. Perché non basta di certo dire di essere madre, per diventarlo. Ma l’amore, che nonostante tutto prova per i suoi figli, potrà forse concederle un’altra opportunità. Ma dovrà imparare in fretta, perché i suoi figli, privati dalla presenza dei loro nonni, hanno bisogno di lei in tutto e per tutto. La Diffenbaugh tratta tra gli altri argomenti quello dell’immigrazione irregolare, infatti Letty è figlia di genitori messicani irregolari, mentre lei essendo nata negli Stati Uniti è un’americana a tutti gli effetti come i suoi figli. Vive in una zona malfamata in California, dove il fango, l’autostrada e l’aeroporto la fanno da padroni. E’ un quartiere degradato, e come in ogni quartiere del genere si sente parlare di gravidanze adolescenziali, bullismo, immigrazione e diversità. Eppure la Diffenbaugh riesce a trattare questi temi complicati con un tocco molto lieve, senza rendere la narrazione opprimente. Tra i personaggi, protagonisti della storia, spicca Alex, il figlio quindicenne di Letty che all’inizio sembra essere molto più posato e responsabile della sua stessa madre. Ha la saggezza di un adulto e la purezza di un fanciullo. Non ha una visione positiva di sua madre, ma nemmeno così negativa. Diciamo che non la comprende. Poi c’è Luna, la figlia più piccola. Sembra essere una piccola viziata, nonostante le condizioni di vita che ha sempre vissuto finora. Fa continui capricci a cui Letty non sa venire a capo, non come sapeva fare sua madre. Ma la piccola gli vuole bene e glielo dimostra in continuazione con un attaccamento materiale incredibile. Non saranno pochi i problemi che questa famiglia di nuova costituzione dovrà affrontare, ma piano piano comincerà a prendere forma e ad assomigliare veramente a qualcosa. Piano piano Letty, Alex e Luna, coadiuvati da Wes, il padre di Alex, da Yesenia e Carmen, fidanzata e madre di Alex, da Rick un uomo buono e da Sara amica di Letty, cresceranno e inizieranno a volare, come gli uccelli tanto amati da Alex e da suo nonno, e impareranno ad essere liberi e a lasciarsi andare agli affetti e alle gioie della vita, affrontando le difficoltà di volta in volta che verranno poste sul loro cammino. Lo stile dell’autrice è semplice, e la lettura risulta scorrevole e mai noiosa, infatti il libro si legge in pochissimo tempo. Lettura quindi consigliata vivamente. Voto: 7,5

Nessun commento:

Posta un commento