martedì 11 agosto 2015

RECENSIONE – La sovrana lettrice di Alan Bennett



Alan Bennett non è uno scrittore di primo pelo, anzi. E’ un fine sceneggiatore, drammaturgo e attore britannico. Il suo stile di scrittura è quello tipico “british”. L’umorismo, quello intelligente, la fa da padrone e prende corpo nei dialoghi che danno voce ai suoi personaggi. Ad attirarmi in questo libretto è stato senza dubbio il titolo e la copertina azzeccata, con Elisabetta II in carrozza vestita in pompa magna, con il suo sguardo che sembra che stia pensando a tutt’altro. La storia, che la coinvolge in prima persona, è molto semplice, ma visto il personaggio, non convenzionale. La regina Elisabetta II, per un caso fortuito, ad ottant’anni suonati, scopre la lettura. Questa è la base della trama. Molto semplice direi. Ma dietro c’è molto altro da scoprire, seppur questo è un piccolissimo libro (solo 98 pagine). Per tutta la sua vita, dapprima da principessa, poi da erede al trono ed ora da sovrana, i libri l’hanno circondata, stipati in polverose biblioteche, in tutti i palazzi della sua dinastia, ma lei il “piacere” di leggere non lo ha mai avuto. D’altronde una sovrana non può avere hobby, e leggere non è agire, è lei è sicuramente una donna d’azione. La colpa di questa “assurda” scoperta fu dei suoi adorati corgie, che scorrazzavano, in giardino e di solito rientravano dalla porta principale. Ma quel giorno no. Si precipitarono di corsa dietro uno dei cortili. La regina si stupì vedendo parcheggiato di fronte alle cucine del palazzo un grosso autobus, con su scritto “Biblioteca circolante del distretto di Westminster”. Sua Maestà, dato il baccano provocato dai suoi cani, pensa bene di andare a scusarsi e lì conosce il signor Hutchings, il bibliotecario, ma soprattutto Norman, un ragazzo bruttino dai capelli rossi, che lavora nelle cucine del palazzo. Nonostante la diffidenza la regina chiede in prestito un libro; più per gentilezza che per un reale interesse. Ma da quel momento in poi tutto cambia. La sovrana comincia ad appassionarsi alla lettura, e continua a tornare dapprima alla biblioteca circolante, poi addirittura a promuovere Norman suo galoppino privato, che ha il compito di consigliarle e recuperarle libri. L’irruzione dei libri nel mondo di Sua Maestà crea non prochi problemi al suo segretario privato, Sir Kevin Scatchard, uomo con una mentalità limitata, che vive nel terrore che la regina si dimentichi o trascuri i suoi impegni di corte. «È importante» disse Sir Kevin « che Sua Maestà non perda di vista gli obiettivi».«Quando dice “non perdere di vista gli obiettivi”, Sir Kevin, immagino intenda stare sulla palla. Be’, dopo esserci stata per sessant’anni, penso di potermi guardare un po’ intorno». La regina si accorse di aver un po’ stiracchiato la metafora, ma tanto Sir Kevin non se n’era accorto. «Capisco» disse lui « Sua Maestà deve passare il tempo».«Passare il tempo?» esclamò la regina. «I libri non sono un passatempo. Parlano di altre vite. Di altri mondi. Altro che far passare il tempo, Sir Kevin; non so cosa darei per averne di più». D’altronde però Sir Kevin non ha tutti torti. Non passa molto tempo, che la regina non inizi a trovare sempre più noiose le sue incombenze, che le portano via il tempo per leggere. Molto divertenti i dialoghi che Sua Maestà tende a proporre alle sue dame di compagnia o ai vari primi ministri e capi di stato in fatto di libri e di autori. Il punto importante del libro è la prospettiva della sovrana che cambia, e si trasforma in una persona normale. Il suo rendersi conto di aver guardato il mondo, fino a quel momento, da una dimensione diversa, ed ora si trova ad avere una curiosità per tutto quello che è al di fuori del contesto dei suoi obblighi, in tutte le sue forme. E i libri possono darle delle risposte, che non ha mai ricevuto da nessuno. Inoltre Bennett ci regala un libro che parla di altri libri, che ci indica autori, creando un’ideale biblioteca. La scrittura è semplice e scorrevole, ma il personaggio della sovrana ha una personalità particolare, divisa tra contemplazione e azione. Non manca il colpo di scena finale, di questo libretto che fa sorridere e ci regala un personaggio così particolare, da sperare che la vera Elisabetta II, sia veramente così. Voto: 8

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