giovedì 2 maggio 2019

RECENSIONE – Storia del nuovo cognome. L’amica geniale vol. 2 di Elena Ferrante (di Maria Lombardi)


Ritroviamo Elena e Lila esattamente dove le avevamo lasciate, cioè alla cerimonia nuziale; hanno entrambe 16 anni ma vivono vite completamente diverse, che si intrecciano e intersecano continuamente. Elena frequenta gli ultimi anni del liceo classico, spronata soprattutto da Lila, che le compra i libri scolastici e la ospita a casa sua affinché possa studiare senza distrazioni. Lila è sposata al rude Stefano che, come il fratello e il padre, è totalmente alla mercé dei Solara, odiatissimi da Lila. Elena si diploma brillantemente e, grazie ai suggerimenti di una docente, membro esterno della commissione d’esame, viene ammessa alla Normale di Pisa, dove conseguirà la laurea con il massimo dei voti. Lila è sempre più avida di nuovi stimoli e di sentimenti forti, ai quali si abbandona incurante delle conseguenze. Perde l’amore di Stefano e il figlio che portava in grembo e, complice l’atmosfera vacanziera, si lega a Nino, il grande amore di Elena. Lila rimane incinta e va a vivere con il suo amante, ma la convivenza dura solo ventitré giorni; Nino va via e Lila viene convinta dall’amico di infanzia Enzo a tornare da Stefano, che non accetta di sentirsi dire dalla moglie che quel figlio non è suo. Elena, intanto, cerca di prendersi relazioni e sentimenti che da sempre ha invidiato a Lila: a Ischia, ha un rapporto sessuale con il padre di Nino mentre a Pisa intrattiene prima una relazione con Franco, attivista politico, e successivamente con Pietro, rampollo di un’agiata famiglia genovese, che le chiede di sposarlo. Lila, stanca del rapporto con Stefano che ha un’amante e una figlia da lei, va via con Enzo e trova lavoro nella fabbrica di salumi di Bruno Soccavo, conosciuto ai tempi della villeggiatura a Ischia. Elena, intanto, scrive un romanzo in cui rievoca i tempi adolescenziali, lo dà a Pietro, che lo fa leggere alla madre. La donna, entusiasta, lo propone a una casa editrice ed Elena firma un contratto per duecentomila lire. Quando riceve un pacco dalla sorella della maestra Oliviero, ormai deceduta, rilegge “La fata blu”, scritto anni prima da Lila, e scopre di aver attinto molto dall’opera dell’amica. Alla presentazione del suo primo romanzo, Elena incontra critici e lettori a Milano; c’è anche Nino Sarratore. In questo secondo capitolo, si varcano i confini del rione e si incontrano quartieri eleganti e nuove città (Pisa e Milano), ma le protagoniste, dopo essere andate via, si sentiranno estranee a casa propria. La scrittura è sempre molto avvincente e la descrizione della realtà dell’epoca è minuziosa e realistica. Consigliatissimo!

Nessun commento:

Posta un commento