mercoledì 7 febbraio 2024

RECENSIONE - Le regole dello Shangai di Erri De Luca


Le regole dello Shangai ha per protagonisti una ragazza gitana in fuga da una famiglia che vuole imporle un matrimonio non desiderato con un uomo molto più anziano e un orologiaio che vive di tanto in tanto in campeggio in montagna, vicino al confine, forse croato, sloveno o austriaco.

Al riparo dal freddo e dal mondo, i due dialogano sugli uomini e sulla vita: la ragazza, che nella sua comunità di origine ha addestrato un orso e un corvo, crede nel destino e nei segni; l’anziano si sente un ingranaggio del mondo, che interpreta secondo le regole dello Shangai, come se giocare fosse un modo per mettere ordine.
L’orologiaio accoglie la ragazza e la protegge da oscuri personaggi che vagano per la montagna. Inizia così una strana amicizia, un’intesa che durerà a lungo, anche da lontano, e modificherà l’esistenza di entrambi.
Lui cerca una sistemazione definitiva per questa ragazza in cerca di sicurezza e di un futuro migliore, una possibile migrante come tanti di quelli che oggi seguono la rotta balcanica.
Ma il protagonista non è semplicemente un appassionato di montagna, è parte attiva di una rete di reclutatori di spie, con le sue regole ferree e le sue complesse dinamiche. Ma in questo caso tenta un'eccezione: sistemare questa ragazza senza strumentalizzarla o sfruttarla come possibile informatrice.
Quando la ragazza stessa scopre le trame di questo gioco, entra, quasi come per una sorta di restituzione dell'aiuto ricevuto, a far parte di questo ingranaggio occulto.
La comunicazione tra la ragazza, ormai diventata donna e adulta, e l’anziano orologiaio, che continua a passare, di tanto in tanto, settimane in tenda, nascosto sulle montagne, continua con lettere che chiariscono la complessa trama degli eventi.
Le regole dello Shangai è un romanzo breve ma denso, fondato inizialmente sul dialogo tra i protagonisti e, successivamente, sullo scambio epistolare. Nulla è scontato nella narrazione, che si tinge di giallo e ci fa rivivere un’atmosfera da guerra fredda.

Maria Lombardi

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