lunedì 5 febbraio 2024

RECENSIONE - Il mistero dei fiori viola di Ludovico Del Vecchio


 Quinto episodio della saga del green thriller con protagonista il poliziotto italo-belga Jan De Vermeer, che oltre ad essere in servizio sulla pattuglia delle volanti di Modena si diletta, da grande appassionato, di botanica.

Il mistero dei fiori viola prende il via con una serie di azioni susseguenti tra loro.
Jan è in partenza per Roma, per godersi una meritata vacanza con la moglie Anna. Ha scelto Roma, e già immagina quello che farà appena toccherà il suolo romano. È alla stazione con sua moglie, ma una telefonata irrompe. Devono tornare immediatamente a casa. Sua suocera è caduta e si è rotta un braccio, quindi non può badare alla nipote Alina e nemmeno al gatto Jonesy. Vacanza sfumata!

Da un’altra parte, c’è il commissario quasi in pensione Ardenga, alle prese con l’omicidio di una bellissima donna, Valeria Moradito. Uccisa brutalmente con dei colpi mortali alla testa.
Il vicino di casa non è attendibile, è un povero vecchio che non riesce nemmeno a respirare, figuriamoci a dirgli qualcosa di più sull’omicidio.
Il tutto condito dalla scomparsa di svariati gatti per tutta la città di Modena.
Visto che è a casa e solo, Bellini, il suo collega gli gira la richiesta di un favore da parte del Questore. Deve occuparsi della scomparsa della gatta della signora Aralia Gondrano Pedersen, che ricompare ogni volta con minacciosi bigliettini appesi al collare.
Jan, nonostante le ferie, pedala per le vie di Modena sulla sua Legnano, cercando di capire qualcosa della scomparsa dei gatti, innamorandosi di un albero di liriodendro alquanto strano (fa dei fiori viola).
Tutte le vie di questo strano romanzo si incroceranno tra loro: biglietti, gatti, albero, e fiori viola.
Tutto è partito da lì, tutto finirà lì.

Il romanzo di Del Vecchio ci porta a scorrazzare con Jan De Vermeer per il centro di Modena sulla sua Legnano. Per parchi e Orti Botanici, facendoci conoscere e apprezzare bellezze artistiche che forse non sono proprio tra gli itinerari turistici più conosciuti.
La trama gialla è ben costruita, perché il lettore viene messo più volte di fronte a quelle che parrebbero delle conclusioni e delle svolte che portano all’assassino. Ma dopotutto, non è proprio così. Del Vecchio nasconde bene il tutto creando dei personaggi abbastanza ambigui, da non poter riconoscere, se non all’ultimo, a segreto svelato, chi sia il colpevole e chi no. Anzi, ci lascia con alcuni dubbi da risolvere che Jan, in cuor suo, si chiede fino all’ultimo.

Jan e Ardenga, due personaggi che sembrano così agli antipodi tra loro, ma in effetti non lo sono affatto. Sono due uomini molto abbottonati, che fanno fatica ad esprimere quello che provano. Talvolta sembrano molto soli, soprattutto Ardenga. Chissà nel prossimo episodio cosa ci combineranno…
Del Vecchio scrive molto bene. È di facile lettura, con una scrittura molto scorrevole. Ti tiene incollato alle pagine, perché saltabecca da un’azione all’altra, mantenendo il fuoco vivo della storia. Un bel giallo, consigliato!

Silvia Marcaurelio

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