Appena finito di leggere l’ultima
pagina di questo romanzo, non so ancora cosa pensarne.
Soprattutto il finale, io lo
avrei pensato diverso.
E’ una storia nella storia. Una
storia che parla di Alice Giannascoli, donna scialbina, vicina ai quaranta, con
un figlio a carico, ma senza un uomo al seguito, perso per sempre e mai più
cercato.
Alice proviene da una famiglia
disastrata, sua madre è un’eterna martire, suo fratello un eroinomane che entra
ed esce di galera e suo padre, forse l’unico che poteva ancorare la famiglia, è
diventato un vegetale.
Le uniche luci nella sua vita,
fatta di zero vita sociale, un lavoro in una palestra fisioterapica dove il
massimo della vita è parlare di dolori articolari, rimedi della nonna e
operazioni inevitabili, sono suo figlio Davide e la sua amica Camilla.
L’incipit è questo.
Troviamo Alice in pieno stato
confusionale che si sta recando presso un noto notaio milanese. Quello che non
avrebbe voluto accadesse è successo per davvero, la sua amica Camilla l’ha
lasciata da sola, ha preferito darsi per vinta e andare a morire.
Alice riceverà dalle mani della
stizzita notaio, oltre ad una lauta eredità e ad un mega appartamento nel
centro di Milano, due buste, una bianca ed una rossa da non aprirsi
contemporaneamente. Prima la bianca e poi la rossa come da istruzioni della
stessa Camilla.
Da qui in poi il romanzo parlerà
di lei, di Camilla. Perché in fondo è lei la vera protagonista della storia.
Alice viene invitata dall’amica a
riprendere a scrivere, ora che con il suo lascito non ha più problemi economici
e può dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Quale modo migliore ha Alice per
ringraziare la sua amica, se non quello di scrivere una storia su di lei?
Soprattutto alla luce del contenuto della busta rossa, dove Camilla le ha
lasciato le sue perle di saggezza sull’amore.
Scopriamo così tutta la vita di
Camilla, da quella lavorativa a quella sentimentale, vista con occhi diversi.
Quelli degli uomini che sono stati legati a Camilla e quelli della sua amica e
protetta.
Uomo dopo uomo, relazione dopo
relazione, Alice scopre una Camilla diversa da quella che lei conosceva. Una
Camilla esageratamente piena di se, capace di sbeffeggiare i suoi compagni, di
mettersi davanti a tutto. Alice non aveva mai pensato alla sua amica in quel
modo e crede che Camilla sia morta proprio per questo, perché i suoi uomini
nonostante tutto non l’abbiamo mai capita ed apprezzata veramente per quello
che era, una donna molto generosa. Soprattutto l’ultimo, quello di cui non si
sa nulla, quello che dovrebbe essere stato l’ultima goccia nel vaso della vita
di Camilla e che l’abbia convinta ad uccidersi.
Peccato che tutti gli uomini che
Camilla ha frequentato (e sotto, sotto anche io) si siano fatti più o meno la
stessa idea di lei: di una donna sulla cinquantina, con la paura di perdere,
con lo sfiorire della sua giovinezza e della sua bellezza, il suo appeal, il
suo sense of humor, e soprattutto la voglia di rimettersi in gioco, sempre.
Non vi racconto l’epilogo, perché
non devo e che mi ha lasciata un po’
perplessa. Come ho già detto lo avrei pensato diverso e per questo non riesco
ancora a dare un giudizio alla storia in se.
Il libro è scritto bene ed è
scorrevolissimo. Tant’è che l’ho finito in poco meno di mezza giornata. Ma
lascio in sospeso il giudizio … Devo far decantare la storia per, forse,
apprezzarla appieno … o meno!
Voto: in sospeso
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