domenica 20 ottobre 2013

RECENSIONE - A VOLTE RITORNO di JOHN NIVEN

Si ride. Si ride tanto, proprio di gusto. Qualche volta quasi controvoglia davanti a scene e a battute che danzano fra l'irriverente e il blasfemo, ma non si resiste. Alla fine si piange persino un po': lacrime a bagnare un sorriso felice, soddisfatto per la lettura appena terminata. E si pensa. Si pensa a quella magica alchimia che permette di trasformare una storia, che a raccontarla sembra non stare in piedi, in un racconto avvincente e credibile. Non entrerà nella storia della letteratura ma "A volte ritorno" di John Niven è un gran bel libro, perfettamente riuscito.
Dio di ritorno dai suoi quindici giorni di vacanza (cinque secoli sulla Terra) scopre che le cose lì sotto non vanno proprio come Lui voleva.
Dagli incartamenti che gli ha lasciato la solerte Jeannie, la sua segretaria, tira fuori cose che lo fanno infuriare oltre ogni cosa, fino al vomito. Tratta degli schiavi, genocidi, olocausti, integralisti islamici, antiabortisti, l'odio per i gay, fino alla pedofilia nella Chiesa.
Lui che aveva affidato a quel pazzo di Mosè quell'unico comandamento che recitava: "Fate i bravi!", e che lui ne aveva falsificati altri dieci di sana pianta.
Dopo una gita illuminante all'Inferno, Dio decide che suo figlio Gesù deve ritornare sulla Terra e cercare di rimettere in sesto le cose.
Nato in una sperduta cittadina americana, ritroveremo Gesù a New York accompagnato da un manipolo di disperati.
Becky ex drogata, prostituta e madre di due bambini piccoli, che dopo aver conosciuto Gesù smette di farsi e cerca di portare avanti la sua famiglia con piccoli lavoretti sottopagati e con l'aiuto dello stesso Gesù. Lo aiutano Morgan e Kris i componenti della sua band. Poi Big Bob, un veterano della guerra in Cambogia, muto da allora, una coppia di barboni  Dotty e Gus e Meg la tossica, che è una settimana che non si droga.
Per svoltare nella vita e  cercare di aiutare più gente possibile e diffondere il messaggio paterno, Gesù sotto la spinta di Kris si iscrive ad un Talent Show. E qui inizia la storia vera e propria, che corre veloce sino alla fine in un susseguirsi di personaggi credibili, commoventi e pagine piene zeppe di buone intuizioni.
Si è vero, ci sono tante parolacce. L'umorismo nasce proprio dallo scontro tra l'immagine ufficiale della religione e il tono dissacrante della narrazione, ma tranne in rarissimi casi non scende mai al di sotto delle promesse.
Niven ha costruito un libro pieno di cultura, dolente per i tempi in cui viviamo. Una satira - sacrosanta - contro tutti gli integralismi e i falsi miti.
A volte ritorno è un libro sull'essenza della vita, sulla religione, ma soprattutto sull'amicizia e sull'amore:
le armi usate dal nuovo Gesù per provare a ridare speranza allo spirito della "Parola perduta del Padre".
Ci sono amore e amicizia dentro quel terribilmente semplice "Fate i bravi", ma evidentemente incomprensibili per l'uomo.
Voto: 8,5

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