L’avevamo lasciata a sposarsi con Mark, il
sogno della sua vita. Il sogno di ogni Cenerentola moderna. Trovare l’uomo
della sua vita, un po’ Mark Darcy un po’ Fitzwilliam Darcy. Ed eravamo felici
che ce l’avesse fatta.
Questa recensione vorrei non farla, ma
purtroppo devo, nonostante l’affetto che provo per la vecchia Bridget. Quella
dei due libri precedenti. Quella che abbiamo conosciuta al buffet freddo a base
di tacchino di Una, nel primo libro, quando c’era anche Mark…
Mark… la sua presenza/assenza aleggia su
tutto il libro… e pesa moltissimo.
Cominciamo dunque ad analizzare il libro…
Bridget è invecchiata, e fin qui è normale. Si è sposata con Mark, hanno avuto
due figli, Billy e Mabel. Tutto bene finché lui non è morto. Helen Fielding ha
fatto morire Mark dalle prime pagine del libro, ci ha tolto il sogno del lieto
fine, venando il libro di una sorta di triste déjà vù.
E’ strano vedere Bridget di nuovo sola, a
gestire la sua famiglia a brandelli e il suo corpo che ha superato
abbondantemente gli anta.
Ma Bridget ce la fa benissimo. Nessuno di
noi avrebbe voluto una eroina in preda ai fumi dell’alcool (quello non manca
mai comunque!), agli psicofarmaci o perennemente in seduta dallo psicologo.
Però ci aspettavamo sicuramente più casino, soprattutto organizzativo, visto
che l’ordine Bridget non sapeva nemmeno cos’era.
Ora è una madre di famiglia, non è più una
trent’enne confusa. Ha sempre i vestiti macchiati (anche se troppo poco), e
invece delle inseparabili sigarette, mastica gomme Nicorette. Non ci sono più i
mutandoni contenitivi, ma diete ipocaloriche in cliniche dell’obesità e vestiti
di seta blu.
Le situazioni comiche, che
negli altri libri ci hanno fatto ridere fino alle lacrime, ora si portano
dietro un velo di impalpabile tristezza impossibile da cancellare. E’ come
guardare una fotografia divertente che vi ritrae con un caro amico col quale,
però, vi siete persi di vista, sorridete, sì, ma il crampetto allo stomaco lo
avvertite lo stesso, e ignorarlo è pressoché impossibile.
Ci sono ancora i vecchi amici
di Bridget, Tom e Jude, il vecchio Daniel (che è diventato la sua Baby Sitter
preferita), sua madre e Una. Ci sono le tipiche situazioni tragicomiche fatte
di cerette inguinali, frasi sconclusionate o comunque dette nei momenti meno
opportuni. E poi c’è il suo toy boy, che nonostante tutto, riesce anche a farsi
voler bene.
E Bridget? Sempre lei, sempre a
dieta, sempre a scrivere ogni cosa che le passa per la mente, più che mai
modernizzata, oltre al solito diario, proverà la gioia di Twitter e dei follower perché si è messa al passo con i
tempi.
C’è ancora la sua spontaneità
che la contraddistingue, quella che la fa piombare in circostanze impensabili o
che le fa dire cose che le donne, nessuna esclusa, pensano ma non hanno mai il
coraggio di ammettere. Insomma è invecchiata, è vero, ma è sempre lei. E se da
un lato ci viene un po’ di nostalgia a trovarla così, forse era anche giusto.
Bridget è cresciuta!
Comunque dispiace dirlo, ma il
libro non è un granché … Non si possono eguagliare i primi due … Io Bridget la
continuerò a ricordare insieme a Mark Darcy mentre cucina una minestra blu...
Voto: 5
Nessun commento:
Posta un commento