lunedì 29 settembre 2014

RECENSIONE - Il testimone di Nora Roberts



Nora Roberts è una di quelle autrici di cui ci si può sempre fidare. A differenza di alcuni suoi colleghi, la signora Roberts non cade nella trappola di trasformare i suoi romanzi in canovacci superficiali e ripetitivi e continua a regalarci dei gioiellini di stile, oltre a belle storie e personaggi memorabili. Non fa eccezione questo romanzo. La storia di per se è qualcosa di già visto, ma non risulta, per questo, meno accattivante. Parliamo di una donna in fuga dal suo passato che si nasconde. Dietro tutto questo un mistero che la circonda. Il romanzo inizia con gli avvenimenti passati della protagonista, ciò che l’ha portata alla scelta di nascondersi da tutto e tutti. A sedici anni Elizabeth Fitch ha un quoziente intellettivo fuori dalla media, ma è totalmente incapace nei rapporti umani. La sua vita è fatta di schemi e di regole. Come se ogni giorno fosse scritto in anticipo, comandata a bacchetta da una madre fredda e calcolatrice, che controlla ogni minimo dettaglio della sua vita: cibo, vestiti, scuole, studi. Praticamente ogni cosa. Proprio per infrangere tutto questo  ha un moto di ribellione contro questa figura materna, dominante e insensibile. Un colpo di testa che avvia una reazione a catena inarrestabile. E’ l’unica testimone, involontaria, di un duplice omicidio perpetrato dalla mafia russa, dove perdono la vita uno degli affiliati, tacciato di tradimento, e l’amica di una sera Julie di solo diciotto anni, colpevole di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Vive per tre mesi sotto la protezione dell’FBI, finché un tradimento dall’interno e la morte di alcune persone non la costringono di nuovo ad una fuga precipitosa, convinta ormai di non potersi fidare di nessuno. E per dodici anni continua a fuggire e a nascondersi. Una nuova identità ed una vita appartata la portano in una piccola cittadina nelle Orzak, in Arkansas, dove tenta di passare inosservata, finché non viene notata dal capo della polizia locale, Brooks Gleason, che sempre più curioso e attratto dai suoi misteri, se lo ritroverà sulla soglia della sua casa super blindata. Elizabeth, diventata nel frattempo Abigail Lowery,  è un asso della pirateria informatica e un genio dei sistemi di sicurezza, e vive isolata in montagna, in una casa ben protetta con il suo cane da guardia Bert, e con una pistola sempre pronta. Non sa che pesci prendere con quest’uomo, tenace e spavaldo, che tenta in tutti i modi di infrangere gli schemi prefissi e rigidi che oramai costituiscono la sua vita quotidiana e le danno sicurezza. Con un lavoro davvero eccellente, la Roberts, è riuscita a creare la giusta curiosità verso la modalità di approccio e il conseguente interagire dei due personaggi. Agigail si troverà ad essere sempre più coinvolta nella vita di Brooks e non solo. Anche la sua famiglia e la loro spontaneità faranno breccia nelle sue difese e nel suo cuore. Ma allo stesso tempo si sentirà frustrata e impaurita da quello che prova. Non ha mai amato nessuno, non ha mai ricevuto affetto da nessuno e sarà difficile prendere coscienza di questi nuovi sentimenti e soprattutto fidarsi finalmente di qualcuno dopo tantissimo tempo. Un libro completo e adrenalinico sia nella prima parte che verso il suo epilogo, studiato in tutti i suoi dettagli. Ogni pedina svolgerà al meglio il suo compito. Suspense e azione, coraggio e tensione, odio e passione. Tutti insieme in un mix alternato e amalgamato alla perfezione. La Roberts, anche questa volta, è riuscita a conquistarmi con il suo stile preciso e articolato, senza mai essere complicato. Un “romance crime” da leggere e gustare. Voto: 7,5

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