Don Winslow torna in libreria ed
io sono contenta. Sono sempre di parte con lui, visto che è uno dei miei
scrittori preferiti, che non sono nemmeno tanti. Quando compro un suo libro non
mi pento mai, alla fine, bene o male, o sono dei libri belli o dei capolavori. Questo
è un capolavoro allo stesso livello de “Il potere del cane” e de “Il cartello”.
Dopo aver parlato ampiamente dello spaccio di droga e del cartello messicano,
stavolta Winslow torna a casa sua, a New York. Ci porta all’interno della “Da
Force”, una squadra d’elite della NYPD. Con Don Winslow non ci dobbiamo
comunque aspettare una storiella semplice. No, lui ci va giù duro, in tutto
quello che fa. Di solito le sue storie hanno sempre un fondamento di verità e
quindi ti lasciano quel senso di impotenza e ti mostra la fallibilità
dell’uomo, anche del più integerrimo. Il protagonista della storia è Danny
Malone. Sembra un uomo tutto d’un pezzo, un poliziotto di quartiere, duro e
spietato con la criminalità. Lui è il re di Manhattan North e tutti devono sapere
come ci si comporta. É un uomo pericoloso e spietato, armato fino ai denti, che ama
la sua città, forse anche troppo. A governare con lui ci sono i suoi fratelli
sbirri: Russo, Billy O e Bigh Monthy. Le strade di Manhattan North sono le sue.
Lui sa tutto e vede tutto. Niente eroina, prostituzione, niente gang e niente
armi. La gente normale non deve morire per gli affari altrui. Lui è l’eroe
della Da Force. Le altre forze di polizia fanno come credono. La narcotici ha
lo spaccio, la omicidi gli ammazzamenti e loro? Loro fanno quello che vogliono
e nessuno ci deve mettere bocca. Ma qualcuno vuole giocare duro. I nuovi
spacciatori di droga e quelli che vendono armi stanno mirando ad espandersi. Le
nuove gang portoricane non vogliono prendere ordini, soprattutto dalla polizia
e le armi servono per controllare lo spaccio di droga che sta passando di mano.
Malone e i suoi tendono un agguato al nuovo boss della droga Peña. Loro non
sono dei stinchi di santo, non lo sono mai stati e quando hanno l’opportunità
di prendere lo fanno, senza guardare in faccia nessuno. Sono uomini violenti e
lo stipendio di un poliziotto non è nulla, non serve a far mangiare la
famiglia, soprattutto quando hai dei figli che devono andare all’università.
L’agguato va bene e male. Billy O rimane ucciso, ma Malone e gli altri si
spartiscono soldi e droga. La storia della Da Force, si lega alle storie
personali dei protagonisti e soprattutto di quella di Danny Malone. Storie
private, di bustarelle che vanno di mano in mano, di alleanze e tradimenti, di
famiglie, di corruzione. Mano a mano che la storia incalza alla fine è Malone
che scenderà all’inferno, perché come tutti i personaggi di Winslow il confine
che li divide tra il bene e il male è molto sfumato e labile. Winslow crea
all’inizio un eroe, te lo fa piacere, te lo fa amare, per poi schiantarlo in
basso molto in basso. E si sa che da più in alto si cade, più rumore si fa.
Danny Malone è un antieroe, è uno sbirro, ma anche un delinquente. Pulisce le
strade dalla criminalità, ma è anche un assassino. E un infame! Il tutto in una
New York sporca, frenetica, esagerata, dove scoperto un orrore, se ne palesa un
altro più orrendo ancora, dove c’è un potente corrotto, sicuramente ce n’è un
altro ancora più potente e più corrotto. Bella l’introspezione del protagonista
quando parla di sé e della corruzione che da il titolo al libro. Quando si
comincia a sorpassare la linea dell’onestà? Quando si inizia a prendere i primi
soldi senza sentirne il peso? Quando si trasforma un trafficante in un informatore?
Quando si mandano a puttane regole e regolamenti e leggi? Perché per la legge
americana ogni reato è trattabile, ogni pena si può sistemare con un accordo, e
ogni accordo può essere superato da uno più sporco. Perché ogni giudice si può
comprare e tutti gli avvocati possono essere ricattati. L’affresco creato da
Winslow è perfetto, mirabile, impareggiabile, in ogni suo particolare, in ogni
dettaglio. Tutte le parole, i dialoghi, le descrizioni e le azioni dei
personaggi sono perfette. Non c’è una parola fuori posto. Si legge a ritmo
cadenzato e si riesce ad immaginare ogni più piccolo dettaglio, ogni schifezza
e alla fine, come in ogni romanzo di Winslow, nessuno avrà gloria, nessuno avrà
giustizia, nessuno avrà pietà di un ex eroe diventato cattivo di fronte ad un
mondo cattivo. Voto: 9
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