giovedì 28 settembre 2017

RECENSIONE – Corruzione di Don Winslow



Don Winslow torna in libreria ed io sono contenta. Sono sempre di parte con lui, visto che è uno dei miei scrittori preferiti, che non sono nemmeno tanti. Quando compro un suo libro non mi pento mai, alla fine, bene o male, o sono dei libri belli o dei capolavori. Questo è un capolavoro allo stesso livello de “Il potere del cane” e de “Il cartello”. Dopo aver parlato ampiamente dello spaccio di droga e del cartello messicano, stavolta Winslow torna a casa sua, a New York. Ci porta all’interno della “Da Force”, una squadra d’elite della NYPD. Con Don Winslow non ci dobbiamo comunque aspettare una storiella semplice. No, lui ci va giù duro, in tutto quello che fa. Di solito le sue storie hanno sempre un fondamento di verità e quindi ti lasciano quel senso di impotenza e ti mostra la fallibilità dell’uomo, anche del più integerrimo. Il protagonista della storia è Danny Malone. Sembra un uomo tutto d’un pezzo, un poliziotto di quartiere, duro e spietato con la criminalità. Lui è il re di Manhattan North e tutti devono sapere come ci si comporta. É un uomo pericoloso e spietato, armato fino ai denti, che ama la sua città, forse anche troppo. A governare con lui ci sono i suoi fratelli sbirri: Russo, Billy O e Bigh Monthy. Le strade di Manhattan North sono le sue. Lui sa tutto e vede tutto. Niente eroina, prostituzione, niente gang e niente armi. La gente normale non deve morire per gli affari altrui. Lui è l’eroe della Da Force. Le altre forze di polizia fanno come credono. La narcotici ha lo spaccio, la omicidi gli ammazzamenti e loro? Loro fanno quello che vogliono e nessuno ci deve mettere bocca. Ma qualcuno vuole giocare duro. I nuovi spacciatori di droga e quelli che vendono armi stanno mirando ad espandersi. Le nuove gang portoricane non vogliono prendere ordini, soprattutto dalla polizia e le armi servono per controllare lo spaccio di droga che sta passando di mano. Malone e i suoi tendono un agguato al nuovo boss della droga Peña. Loro non sono dei stinchi di santo, non lo sono mai stati e quando hanno l’opportunità di prendere lo fanno, senza guardare in faccia nessuno. Sono uomini violenti e lo stipendio di un poliziotto non è nulla, non serve a far mangiare la famiglia, soprattutto quando hai dei figli che devono andare all’università. L’agguato va bene e male. Billy O rimane ucciso, ma Malone e gli altri si spartiscono soldi e droga. La storia della Da Force, si lega alle storie personali dei protagonisti e soprattutto di quella di Danny Malone. Storie private, di bustarelle che vanno di mano in mano, di alleanze e tradimenti, di famiglie, di corruzione. Mano a mano che la storia incalza alla fine è Malone che scenderà all’inferno, perché come tutti i personaggi di Winslow il confine che li divide tra il bene e il male è molto sfumato e labile. Winslow crea all’inizio un eroe, te lo fa piacere, te lo fa amare, per poi schiantarlo in basso molto in basso. E si sa che da più in alto si cade, più rumore si fa. Danny Malone è un antieroe, è uno sbirro, ma anche un delinquente. Pulisce le strade dalla criminalità, ma è anche un assassino. E un infame! Il tutto in una New York sporca, frenetica, esagerata, dove scoperto un orrore, se ne palesa un altro più orrendo ancora, dove c’è un potente corrotto, sicuramente ce n’è un altro ancora più potente e più corrotto. Bella l’introspezione del protagonista quando parla di sé e della corruzione che da il titolo al libro. Quando si comincia a sorpassare la linea dell’onestà? Quando si inizia a prendere i primi soldi senza sentirne il peso? Quando si trasforma un trafficante in un informatore? Quando si mandano a puttane regole e regolamenti e leggi? Perché per la legge americana ogni reato è trattabile, ogni pena si può sistemare con un accordo, e ogni accordo può essere superato da uno più sporco. Perché ogni giudice si può comprare e tutti gli avvocati possono essere ricattati. L’affresco creato da Winslow è perfetto, mirabile, impareggiabile, in ogni suo particolare, in ogni dettaglio. Tutte le parole, i dialoghi, le descrizioni e le azioni dei personaggi sono perfette. Non c’è una parola fuori posto. Si legge a ritmo cadenzato e si riesce ad immaginare ogni più piccolo dettaglio, ogni schifezza e alla fine, come in ogni romanzo di Winslow, nessuno avrà gloria, nessuno avrà giustizia, nessuno avrà pietà di un ex eroe diventato cattivo di fronte ad un mondo cattivo. Voto: 9

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